Perché Diego Bianchi usa lo pseudonimo “Zoro”?

Il racconto dell’origine del soprannome, un complesso intreccio tra affetto, cultura popolare e fantasie infantili.
Diego Bianchi, volto noto della satira politica e conduttore di “Propaganda Live”, ha da sempre uno pseudonimo che lo contraddistingue: “Zoro”. Più che uno pseudonimo, è diventato una parte della sua identità professionale e personale, con radici che affondano nel territorio romano e nel cinema d’azione classico.
“Don Diego de la Vega” e un soprannome nato per sottrazione
Secondo quanto raccontato dallo stesso Bianchi, il soprannome Zoro nasce come gioco verbale: “all’epoca, e prima di Maradona, l’unico Diego famoso era don Diego De La Vega”, l’eroe mascherato noto al grande pubblico. Da qui, in contesti romani, l’adattamento gergale ha trasformato “Zorro” in “Zoro”. Non una scelta studiata a tavolino, ma una spontanea fusione tra affezione, ironia e immediatezza popolare.

Da web performer a figura riconosciuta
Diego ha iniziato a usare Zoro nei suoi primi blog, nei video comici che commentavano reality e politica, e nelle rubriche online come Tolleranza Zoro. Il soprannome è diventato marchio: l’ha seguito nel passaggio alla TV, alle trasmissioni più viste, fino al ruolo di conduttore. È diventato familiare al pubblico: non solo etichetta, ma presenza costante nel linguaggio dei social, dei talk show e delle opinioni pubbliche.
Il suo percorso dimostra che un soprannome può essere più di un nome: può essere un racconto, una storia condivisa, un ponte tra la persona reale e il personaggio mediatico. E nel caso di Zoro, quella storia continua a scriversi ogni volta che lui torna in diretta, parlando con la sua squadra e il suo pubblico.