STEFANO MAZZOLINI PORTA LA TELENOVELA DEI TERRONI IN CASSAZIONE

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I terroni non sono come noi”. “Nei bar dei terroni noi non andiamo”. “Anche in Romania odiano i terroni, che sono arrivati anche lì”. “Hanno finito di rubare!”. “Non ci mescoliamo con loro, neanche da giovani…”. “A mia figlia, che va a scuola in Austria, hanno detto ‘Italiana di merda’, perchè ci sono i terroni…”. “Noi non siamo Italiani, siamo speciali…”

mazzolini e sen. Pittoni lega nord

Questo è stato detto dalla sorella di Stefano Mazzolini nel loro locale pubblico di Tarvisio, “Vecchio Skilift”, a tre increduli turisti. Frasi confermate alla Procura della Repubblica e riportate chirurgicamente in un articolo su Dovatu.it.

L’articolo “Lega Nord: i terroni non li vogliamo” è sempre più famoso grazie, soprattutto, a Stefano Mazzolini, ex consigliere regionale della Lega Nord, decaduto poiché dichiarato ineleggebile.

Mazzolini ha querelato il direttore di Dovatu.it che è stato così indagato per diffamazione aggravata: dopo un anno e mezzo i giudici hanno deciso di archiviare la denuncia, sussitendo i requisiti del diritto di cronaca e della verità dell’accaduto.
Ma Mazzolini non molla: ha presentato ricorso in Cassazione, accusando i magistrati udinesi di avere travisato il tutto, poiché l’articolo consisterebbe in un attacco personale e non politico (ma chi lo bada?) e che non sussisterebbero le scriminanti del diritto di cronaca.
In particolare l’ex presidente di Promotur, ex Spa in rosso cronico, ora agenzia regionale di gestione dello sci in Friuli Venezia Giulia, sempre in rosso, impugna il decreto del Gip Alessio Vernì, per “manifesta illogicità della motivazione”, in quanto l’articolo incriminato connoterebbe come razzista la Lega Nord, il bar di Mazzolini e Mazzolini stesso.
Su questo, repetita iuvant, potremmo solo confermare che Stefano Mazzolini non è menzionato nell’articolo, che le frasi razziste o discriminatorie sono attribuite ad “una cameriera” (“fatto storico appurato” che, stranamente, non ha avuto il seguito giudiziario) e che se il locale era tutto addobbato di verde celtico, di simboli padani, di manifesti leghisti e di un mega striscione esterno, non autorizzato, con la scritta “Vota Mazzolini Sindaco”, beh.., il contesto politico era palesemente evidente.

vecchio skilft mazzolini tarvisio
Mazzolini critica, inoltre, l’applicazione del diritto di critica: l’articolo, secondo il tarvisiano, avrebbe avuto il solo scopo di “denigrare” Mazzolini e di “metterlo in cattiva luce davanti all’opinione pubblica” , un “pretesto per un’indiscriminata e gratuita aggressione alla persona” di Mazzolini.
Nell’articolo, sempre secondo Mazzolini, si darebbe sfogo ad “una deliberata aggressione al medesimo, .. non si critica in alcun modo l’operato legato alla sua attività di politico, ma si assume piuttosto la sua matrice razzista”.

Premesso che “ma” è una congiunzione e la virgola non ci sta,… ci mancherebbe altro!
Dovatu.it è un microscopico giornale d’opinione, non fa politica, riporta fatti reali, di cronaca, così come accadono: vi trovano spazio le più differenti idee, anche politiche, di destra, di sinistra, di sopra, di sotto, di centro, etero, gay, trans, cattolici, buddisti, ebrei, nazisti, comunisti… e di tanti, veramente tanti, che soffrono l’omogeneizzazione dei media istituzionali.
Spetta al lettore, secondo Dovatu.it, valutare se uno è razzista o meno: certo è che, se uno fa politica, sapendo di essere comunque esposto ai media, gli converrebbe usare talune cautele su modi e forme di presentarsi all’opinione pubblica.
E, particolare che dovrebe far riflettere, se un personaggio riveste il ruolo di ambasciatore del turismo del Friuli Venezia Giulia (Mazzolini ha ‘comandato’ i poli sciistici per tre anni, pagato dai contribuenti), dovrebbe moderare i termini e, almeno, fingere di non fare politica. Invece… trombato alle elezioni da sindaco, ha provato col consiglio regionale, è stato eletto, è decaduto…
Quindi: Dovatu.it non ha scritto “Mazzolini è razzista” ma, con ironia, che è stato servito “tra salsicce e polenta un bel piattone di razzismo”. E questo è accaduto.

A questo punto, ennesima puntata della telenovela mazzoliniana, chiediamo lumi giuridici: si possono dire quelle frasi? Sono eventualmente perseguibili?

Redazione

2 commenti

  1. OSCAD (Ministero Interni) says:

    Dic 23, 2013

    Rispondi

    l’ordinamento giuridico italiano, attualmente, prevede l’applicazione di una circostanza aggravante solo relativamente ai reati commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, ovvero al fine di agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità azione (“Legge Mancino” 205/1993).
    Tale normativa non è applicabile alla cd. “discriminazione territoriale” – fenomeno di recente emersione soprattutto in occasione di manifestazioni sportive – che, al momento, non assume rilevanza penale.

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