Spendiamo 17 milioni di euro per i cappellani militari

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«Era, ed è ancora, noto all’opinione pubblica che Benito Mussolini non era molto felice quando firmò il Concordato del 1929, considerata l’avversione che aveva nei riguardi della Chiesa fino a quel momento.

patti lateranensi

Il Concordato, firmato per il Vaticano dal cardinale Gasparri, tra le altre disposizioni, disciplinava la funzione del cappellano militare, una funzione che ben 81 anni dopo, precisamente nel 2010 con il decreto legislativo n. 66, è stata equiparata, da subito, ad alto grado militare cosicché quando un cappellano va in pensione si porta via la stessa cifra di militare di alto rango e la può percepire già a 62 anni».

È quanto scrive in una interrogazione parlamentare al ministro della Difesa Mario Mauro, il senatore del MoVimento 5 Stelle Lorenzo Battista, segretario della commissione Difesa, il quale chiede appunto al ministro se non ritenga opportuno «di porre iniziative legislative al fine di rendere meno gravoso sul bilancio dello Stato italiano il servizio dell’assistenza spirituale delle Forze armate».

Questo perché – spiega nella sua interrogazione Battista – la spesa per gli stipendi dei cappellani militari allo Stato italiano «costa circa 17 milioni di euro, oltre a vari benefit. Viene dunque naturale chiedere se in un momento di grave crisi economica che il nostro Paese sta attraversando non sia necessario attuare risparmi nelle Forze armate, anche relativamente alla figura dei cappellani militari che hanno una pensione media annua che si aggirerebbe sui 43 mila euro lordi annui».

 

Redazione

1 comment

  1. Mattia Uboldi says:

    Feb 10, 2014

    Rispondi

    Innanzi tutto, poniamo un po’ di ordine nella questione.

    I Cappellani Militari non sono certo tutti ufficiali superiori o ufficiali generali. Nelle varie unità operative ce ne sono assai pochi e hanno un grado che spesso non supera quello di capitano.

    La loro utilità non si discute, sia nel passato, sia oggi.
    Durante le due guerre si distinsero in un servizio pericoloso in prima linea su tutti i fronti e sono stati loro con la loro opera a consentire il rientro in patria alle spoglie mortali di migliaia di soldati che hanno dovuto seppellire con le proprie mani.

    In tempi moderni, specie nei settori caldi del medio oriente si stanno facendo onore riuscendo a gettare ponti di dialogo con i loro pari grado spirituali del mondo islamico (tra religiosi spesso ci si capisce più di quanto non si creda- la loro doppia veste apre anche canali diplomatici facilmente intuibili), cosa che ha ridotto di molto, anche se non si vede, la minaccia di attacchi, con conseguente risparmio di vite, oltre che di preziosi materiali.

    Ci sarebbe quindi necessità che qualcuno cerchi di fare il conto anche in merito
    a questi benefit. Insomma,per ipotesi, se tramite taluni dialoghi ci fossimo risparmiati nell’ultimo anno un quattro blindati distrutti e una decina di feriti, si potrebbe anche dire che solo con questo l’Italia ci avrebbe risparmiato.

    In merito alle pensioni e le paghe nell’Esercito, andrebbe detto con chiarezza che sono tutte troppo alte, come del resto tutte quelle del comparto pubblico se rapportate a quello privato.

    Pertanto, suggerirei agli amici politici che volessero far risparmiare soldi allo Stato due cose: portate paghe e pensioni del pubblico a livello di quelle del privato; riducete drasticamente quella pletora di statali che abbiamo: tra statali, regionali, comunali e parastatali ne vantiamo circa 9.000.000, un numero che non ha neppure la Cina con una popolazione di 1.500.000.000 di individui!

    Il resto è fuffa per dire che si ha a cuore il bene della Cosa Pubblica, senza peraltro che ciò corrisponda a verità.

    A costo di sembrare volgare, caro Direttore, e per sdrammatizzare alla friulana, sai invece cosa avrebbe detto il Duce in questo caso, al fine di spronare a passare ai fatti concreti: <> 🙂

    Artigliere Alpino
    Mattia Uboldi

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