La Procura della Repubblica di Trapani proporrebbe una rogatoria internazionale per identificare il diffamatore di un giornalista anziché chiamare il numero 3288240268
Lettera aperta al Presidente Sergio Mattarella, al Presidente Matteo Renzi e a Beppe Grillo, al Ministro Andrea Orlando, al CSM tutto, alla Procura della Repubblica di Udine e a quella di Trapani, ai sindacati dei magistrati (tutte le sigle), al Consiglio Nazionale Forense, a FNSI, ad Assostampa FVG, all’Ordine dei Giornalisti.
Giorni fa ho ricevuto una complicata raccomandata (doppia, perché non essendo in casa a quell’ora, ad Udine, hanno firmato altri ed ho quindi ricevuto il giorno dopo pure il secondo avviso, che non ritiro nemmeno, da parte del solerte postino) dalla Repubblica Italiana, esattamente dalla Procura della Repubblica, uno dei luoghi deputati all’amministrazione della giustizia.
La lettera, tessuta con alcuni strafalcioni ortografici, proveniva da Trapani (Sicilia) e titolava “Avviso alla persona offesa della richiesta di archiviazione”, riferendo di un reato commesso in data 22.08.2014.
Quella data e la Procura della Repubblica di Trapani proprio non mi davano alcun suggerimento per capire di cosa si trattasse.
Il tono della notifica era però perentorio: passati comunque due anni senza sapere nulla di questo a me ignoto procedimento (3595/15), mi si intimava di fare qualcosa (prendere visione del fascicolo d’indagini e/o estrarne copia e/o presentare opposizione motivata alla richiesta d’archiviazione) entro dieci giorni.
Altrimenti, quella giustizia che avevo presumibilmente chiesto, sarebbe andata a farsi benedire, con l’archiviazione definitiva.
Avrei quindi dovuto essere 70 volte più veloce della Giustizia (calcolo fatto a spanne ma ho una certa dimestichezza…), spendere un migliaio di euro per prendere il primo aereo disponibile da Trieste a Trapani (due a settimana, con due pernotti/soggiorni obbligati in Sicilia…), mollare tutto quel che stavo facendo (a Udine e in giro per l’Italia Settentrionale) per andare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani per, più che scrupolo, curiosità.
Sarebbe bastata una Pec ma … forse impareranno ad usarla fra cent’anni.
Ho ovviato alla gita chiedendo la cortesia ad un legale di mia fiducia che, anch’egli preso tra mille impegni, è riuscito a visionare il fascicolo… a meno cinque giorni dal termine perentorio di cui sopra.
Eureka! Per telefono ho quindi scoperto di cosa si trattava: un trapanese mi aveva diffamato su diverse testate giornalistiche, postando commenti denigratori via Facebook.
Aveva scritto cose turpi su di me, immediatamente dopo che la mia famiglia era stata aggredita a Favignana (Tp) da un tizio, suo amico, che ce l’ha con me perché ho svelato con un dettagliato reportage che il tonno che vendeva era ‘farlocco’.
Solitamente ricevo querele (per diffamazione a mezzo stampa).
Quella volta ne presentai una io, presso la Postale di Udine, allegando i deliri di questo personaggio che su internet (Facebook) si presentava così: “Giuseppe Millocca Luisa Favara”.
Pareva che dal punto di vista probatorio ci fosse tutto: le reiterate diffamazioni, con data e ora, le successive ‘cancellazioni’ da parte del reo al quale subito scrissi che l’avrei querelato, il nome e il cognome del reo o dei rei e la foto del personaggio.
Quindi scopro di che procedimento si trattava e che, “visti gli atti del procedimento penale”, lo stesso era incredibilmente rimasto “contro IGNOTI” e, chicca delle chicche, in una logica fantozziana, l’ignoto è anche “APOLIDE” (cioè, non sapendo chi sia, non se ne conosce la nazionalità).
Dopo due anni.
Con tanto di nomi, cognomi e foto…
L’avvocato che mi ha riferito il contenuto del fascicolo mi ha fatto notare che comunque le indagini hanno seguito un certo iter: prima, per un anno, alla Procura di Udine, per competenza giurisdizionale; quindi, per un altro anno, alla Procura di Trapani.
Qui mi sovviene un dubbio: se da Udine si è spostata la scartoffia a Trapani, qualche ‘leggero’ sospetto su “Giuseppe Millocca Luisa Favara” di Trapani c’era…
E allora, perché questi “nome cognome, nome cognome” non sono stati nemmeno ascoltati in merito alla faccenda che, ribadisco annoiandovi, ledeva profondamente la mia onorabilità (ad es. “Non solo i suoi articoli sono falsi ma sa usare moglie e figli per i suoi scopi lavorativi è una vergogna.”)?
Perché agli atti ci sta scritto questo, udite, udite!
Il PM, per proseguire le indagini, dovrebbe procedere con una rogatoria internazionale (negli Stati Uniti) per sapere da Facebook se “Giuseppe Millocca Luisa Favara” di Trapani è/sono “Giuseppe Millocca Luisa Favara” di Trapani.
Sherlock Holmes direbbe: “Elementare, Watson!”.
Per ascoltare questo “Ignoto” “apolide” bastava però, senza scomodarsi, comporre un numero di telefono: il 3288240268.
Come faccio a saperlo?
Perché lo stesso “ignoto apolide” “Giuseppe Millocca Luisa Favara” di Trapani postava in bella vista sul medesimo profilo Facebook, dal quale erano partite le diffamazioni e le ingiurie calunniose nei miei confronti, l’annuncio di messa in vendita della sua casa di Trapani (con indirizzo, foto, etc.).
Io mandai una e-mail per i dettagli del modesto appartamento di via Gabriele D’annunzio 9, l’ “ignoto apolide” mi inviò il numero e lo chiamai, componendo il 3288240268 e mi rispose tal “Giuseppe Millocca”.
Interruppi subito la chiamata, non avendo nulla da dirgli, non conoscendolo neppure.
A fare questa indagine, presumo d’avere impiegato dai sette ai dieci minuti, facendo tre click e digitando dieci numeri sul telefono…
Che dice invece lo Sherlock Holmes che s’aggira per le Procure italiane?
Che, dopo due anni, c’è comunque un dubbio sull’identità di “Giuseppe Millocca Luisa Favara” di Trapani pur avendo ‘esso’ (l’ “Ignoto”…) fornito il suo numero di telefono, al quale risponde un tizio che dice di essere proprio “Giuseppe Millocca” di Trapani, e che sempre sulla sua paginetta FB posta le foto di un pranzo trapanese proprio, guarda caso, con tal Giuseppe Li Greci, detto Peppe Tonno, che aggredì mia moglie ed i mie figli (oltre che il sottoscritto, nel 2012), fattaccio all’origine delle calunniose affermazioni dell’apolide ignoto.
Ma come siamo messi? Con Messina Denaro & Co. usate le medesime strategie investigative?
Io la carta timbrata in Procura della Repubblica non l’ho depositata (scadeva oggi): datasi l’avviata e la specificazione puntuale che, non essendo previsto negli USA il reato di diffamazione, la rogatoria sarebbe inutile… che vi sto ancora a raccontare?
Faccio ricorso in Cassazione?
Non me lo merito.
Se volete fare giustizia (dovreste), anziché limitarvi ad amministrarla come una cosa che tocca fare, fatela: 3288240268 !
Ma c’è dell’altro…
A presto.
4 commenti
Giuseppe says:
Lug 2, 2016
Pregno di razzismo strisciante,mentalmente poco elastico,preferirebbe una giustizia veloce tipo SS
Turi says:
Lug 3, 2016
Giuseppe sembra proprio, con il commento superficiale che leggo, il tipico mafiosetto che viene indotto dai suoi amici a inficiare, infangare, distorcere, svilire e disorientare. Gente così meriterebbe qualcosa di serio: ma non le SS. UN bel malore. Povera Sicilia.
Federico F. says:
Lug 3, 2016
classico esempio di come non funziona la giustizia, agevolando i delinquenti. sul siciliano che parla di razzismo, è sempre quella: quando li critichi, dicono che sei razzista, nazista, leghista. Che imparassero a vivere civilmente.
Franco XXX says:
Lug 3, 2016
e lasciare la Sicilia alla deriva, ossia l’unica regione italiana che resterà nell’Unione Europea^