Investire a Pontebba? Mah…
Sinora si parla di 80 milioni di euro di cui 50 a carico della regione Friuli Venezia Giulia: è il contenuto finanziario del progetto di collegamento funiviario tra Pontebba (Ud) e Nassfeld Pramollo, comprensorio sciistico carinziano posto subito al di là del confine italo-austriaco a 1.530 metri di quota.
Pontebba, invece, è a 600 metri e non potrà avere una pista di rientro, per impossibilità geologica, ma dovrebbe avere la sua bella funivia, comunque.
Le piste partiranno da 1.200 metri di quota circa. 600 metri di dislivello (circa 6 km in auto) che lasciano dubbi sull’effettiva valenza economica dell’operazione, per l’abitato di Pontebba.
I detrattori lamentano che il progetto porterà introiti solo in Austria, a spese dell’Italia.
I sostenitori, invece, sottolineano che l’opera è finalizzata allo sviluppo della vallata.
Vallata che è certamente depressa, “un cumulo di rovine” disse l’ex governatore della Carinzia Doerfler: in effetti, Pontebba non appare invitante come il classico paesino di montagna.
Ed è forse per questo motivo che il Land Carinzia si è impegnato a contribuire all’opera con soli 6 milioni di euro, a patto però che vengano realizzati 600 posti letto, di cui 200 a quattro stelle, sul versante italiano.
Ma dove? A guardarsi in giro, l’aspetto del paese, attraversato dal cavalcavia ferroviario, con edifici fatiscenti e caserme abbandonate che colpiscono lo sguardo, è solo peggiorato negli anni. Manca totalmente il verde, la ruggine impera, nulla è stato fatto a parte le famose fioriere in piazza, pare che si stia solo aspettando i soldi pubblici.
Non è che quei posti letto verranno realizzati solo in quota, in quell’ambitissimo terreno che il project financing prevede passare di proprietà a chi gestirà l’affare?
Ma se di affare si tratta, quindi, per chi sarà?
Come mai la giunta regionale non ha ancora pubblicato il bando definitivo?
Perché non ci si accorda con gli austriaci per scendere con un primo impianto a fune dalla cima di Pramollo (Monte Madrizze), a spese del gestore, sino alla Caserma della Finanza e verificare, semmai, il contestuale sviluppo del fondovalle?
Constatiamo un’inerzia, generale, che richiama l’immagine di chi aspetta a bocca aperta che gli caschi un fico in bocca.
Ah, le piste ‘promesse’ da Nassfeld non sommano 110 km, bensì 81 (o 77?)…
… e guarda il video promozionale della Senatrice Isabella De Monte:
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1 comment
Sbilf says:
Feb 19, 2014
Anche la Carinzia dovrà pagare per Hypo
14.02.18 Michael Spindelegger e Werner Faymann in ParlamentoTutto dedicato a Hypo Bank il dibattito di ieri mattina al Parlamento di Vienna. Si è trattato di una seduta straordinaria, convocata su richiesta di Verdi ed Fpö (liberalnazionali) per fare il punto sul dissesto del gruppo bancario carinziano. Hypo Bank non solo è entrata ormai nella storia come il più grande fallimento di tutti i tempi in Austria, ma il suo crollo si sta ripercuotendo sugli stessi equilibri di bilancio dello Stato, peggio di una catastrofe naturale: la nazionalizzazione dell’istituto quattro anni fa e le ricapitalizzazioni che nel tempo si sono rese necessarie hanno già comportato un costo di 4,8 miliardi, onere che probabilmente risulterà quadruplicato a salvataggio concluso.
Il conto finale per ora nessuno lo sa. Lo ha ammesso ieri lo stesso ministro delle finanze Michael Spindelegger, affermando che il costo sarà più elevato di quanto concordato con l’Unione Europea. Spindelegger peraltro ha definito infondate le ipotesi formulate da varie parti, secondo cui l’esborso alla fine potrebbe risultare di 19 miliardi, perché per il momento mancano i presupposti per azzardare una qualsiasi stima.
Tutto dipenderà dalle indicazioni che verranno nelle prossime settimane dalla “task force” incaricata dal governo di trovare la soluzione meno dispendiosa per i contribuenti. Quella meno dispendiosa, per la verità, era già stata indicata da tempo: lasciare che Hypo Bank fallisca, perché in tal caso, come avviene in ogni fallimento, si potrebbe giungere a un accordo con i creditori, che preveda un rimborso solo parziale di quanto ad essi dovuto.
Ma al governo questa soluzione non piace, per cui diventa più probabile la costituzione di una “bad bank” interamente pubblica, in cui conferire tutte le sofferenze della holding carinziana, in maniera da rendere più facile la vendita delle sue controllate nei Balcani (Hypo Austria è già stata venduta lo scorso anno per metà del suo valore a un investitore indiano).
Nel dibattito parlamentare è intervenuto anche il cancelliere Werner Faymann, che ha imputato al governo carinziano degli anni di Haider la responsabilità politica del dissesto. Hypo Bank fino al 2008 era una banca controllata dal Land, che ne era stato garante per un massimale folle di 25 miliardi (attualmente ridotto a 12,5 miliardi). È questa la ragione per cui quattro anni fa si era resa necessaria la nazionalizzazione. In caso contrario, infatti, Hypo sarebbe fallita, trascinando nella bancarotta anche il Land.
Proprio per questo “concorso di responsabilità” il ministro Spindelegger ha espresso il proposito di coinvolgere finanziariamente nel salvataggio della banca anche la Carinzia. Non si sa peraltro in che maniera, visto che non sussisterebbero i presupposti giuridici per obbligare il Land a pagare e visto soprattutto che la Carinzia, dopo la gestione finanziaria allegra dell’era Haider, ha le casse vuote e un debito di 2,6 miliardi.