Guido Pascotto, alias Safarà Editore di Pordenone, ha un’attività molto particolare: dichiarandosi editore, procaccia autori, impagina frettolosamente le opere, le fa stampare da tipografie terze e prova a venderle via internet.
Non solo è privo di canali distributivi che facciano pervenire qualche copia nelle librerie convenzionali; non solo non ha una vera e propria struttura aziendale, capace di curare l’editing, la promozione ed il marketing; ma ha anche un terribile difetto, col quale ha iniziato l’anno scorso a fare i conti (molto salati): non paga gli autori.
E così, negli anni, fioccano prima le lamentele, quindi gli piovono addosso le diffide e le citazioni in tribunale per violazioni contrattuali, mancati compensi, mancate rendicontazioni ed addirittura mancanza di contratto d’edizione (più avanti riportiamo qualche testimonianza diretta, giusto per descrivere il personaggio e la sfrontatezza di un teatrante che affabula, tergiversa, esaspera e riesce quasi a farla franca).
Addirittura, l’editore che vende in Bitcoin – è l’ultima invenzione di Pascotto che vaneggia un fantomatico ‘Gruppo’ Safarà- è riuscito ad ottenere recentemente dall’Unione Europea un finanziamento di 100mila euro.
Ebbene sì.., e la stampa locale ne ha scritto in termini entusiastici, replicando un comunicato stampa dello stesso Pascotto.
Si tratta di un contributo erogato all’interno di un progetto di traduzione di opere letterarie: a Pascotto la Commissione Europea (tramite la Education, Audiovisual and Culture Executive Agency) dà appunto 100mila euro (il 35% del budget previsto da Pascotto, circa 290mila euro), per tradurre e pubblicare un gruppo eterogeneo di nove libri, la cui punta di diamante dovrebbe essere “Lanark – Una vita in quattro libri” dello scozzese Alasdair Gray (1981) e che, introvabile in libreria, è rintracciabile su e-Bay a 14,90€.
Noi (Unione Europea) stiamo finanziando, con 100.000 €, questo signore che alcuni suoi autori descrivono come riportiamo di seguito…
Ma ha senso tutto ciò? Gli uffici di Bruxelles non dovrebbero controllare a chi devolvono queste importanti somme?
MG: “Sono entrato in contatto con Guido Pascotto e mi disse che il mio romanzo era idoneo alla pubblicazione e mi propose uno scenario da sogno: contratto con royalties e distribuzione nazionale, a patto che mi dedicassi alla realizzazione di una trilogia. E invece, sai quanto tempo è passato prima che cominciassi a lavorare alla correzione di bozze con un editor? Due anni! In tutto quel tempo ho continuato a sentire scuse di ogni tipo: pubblicheremo a breve, stiamo sviluppando la rete di distribuzione, stiamo lavorando sulla promozione, non vogliamo fare uscire troppi autori insieme per poterli seguire meglio. E quando ci siamo confrontati con Guido su marketing e promozione, sai cosa mi ha detto? ‘Io non ho ancora capito come funziona questo settore. Non sono capace di promuovere libri, se tu sai come fare, dimmelo, che ti copro d’oro’. Pensa che ho anche collaborato con lui, ho anche organizzato eventi per altri autori, prima ancora di pubblicare il mio romanzo, (ero contento di aiutare la mia futura casa editrice) e Guido non è riuscito nemmeno a far partecipare gli autori agli eventi”.
MG: “Io non ho subito una vera e propria truffa ma sono stato piuttosto vittima della loro totale mancanza di professionalità e correttezza. Intendo scoprire se posso sfruttare i loro inadempimenti contrattuali, almeno per rientrare in possesso dei miei diritti, e poi capire se esiste la possibilità di quantificare anche economicamente il danno che il loro comportamento mi ha causato”.
MM: “… Inviare un comunicato non significa ottenere una promozione reale, così come organizzare una presentazione non garantisce il pubblico. Purtroppo. Rendiconti, invece, non ne ho proprio mai visti… parlavano di una tiratura di 2mila copie! Se fallisce… vado a ritirarmi qualche copia dei miei di recupero !”
BA: “Mi hanno proposto un contratto per tre romanzi a cadenza annuale. Essendo uno scrittore professionista (vivo con i guadagni dei miei libri e della mia scrittura), pubblico soltanto se è previsto un buon anticipo. Safarà ha accettato le mie condizioni: tot euro di anticipo sulle vendite (una buona cifra). Ho dunque firmato il contratto per tre libri.
Un anno circa di lavoro e il romanzo è uscito. L’anticipo mi è stato versato senza problemi. Ma essendo Safarà carente di una buona distribuzione e di un buon ufficio marketing e di promozione, il libro non ha soddisfatto le aspettative di Guido Pascotto.
E qui abbiamo un cambio di rotta. L’editore, che si era impegnato a pubblicare tre miei romanzi, ha cominciato pian piano a farsi sentire sempre meno (prima ci telefonavamo spesso, si era creato un rapporto quasi amichevole).
Ma ormai Pascotto era vincolato: il contratto prevedeva l’uscita del mio libro successivo, che la casa editrice aveva già in mano. Devo dire che l’ho tallonato a lungo. Alla fine, dopo molte insistenze, è uscito a dicembre 2014. Ma sono cambiate molte cose, appunto: Guido voleva uscire senza contratto, l’anticipo mi è stato abbassato drasticamente, il lavoro di editing non è stato accurato, la promozione totalmente assente. E spesso, quasi sempre per la verità, l’editore è latitante, non risponde alle mail o alle telefonate.
Non so, a questo punto, cosa potrà accadere per il terzo libro. Per la verità, non so neanche se vorrò pubblicare ancora con Safarà”.
UM replica così a Pascotto, in una e-mail esemplare: “Che Dio ce la mandi buona, sperando almeno che qualcuno ci sia ad ascoltarci. In futuro, non proponetemi più presentazioni, grazie; meglio che quelle poche che faccio siano tutte sotto il mio ferreo controllo.”
BT: “A me ha addirittura pubblicato un libro senza contratto d’edizione! E quel libro ha poi vinto anche un premio e quel ******* di Pascotto non si è fatto vedere alla premiazione. E sapete perché? Perché non ha avuto il coraggio: avrebbe dovuto farmi le scuse, portare il contratto firmato secondo le mie condizioni e- aspetto non secondario- pagarmi la mia percentuale sulle vendite di un altro libro che avevo precedentemente pubblicato con ‘sto ***** di Pascotto. Attendo da due anni rendicontazioni e denari. La cosa che mi danneggia di più, comunque, è il fatto che i libri sono praticamente introvabili: Pascotto ha infatti segnalato sul suo sito che per acquistare i libri serve inviargli una e-mail. Una sorte di Postalmarket, insomma, solo che è privo di una qualsiasi visibilità. Mi aveva promesso mari e monti, poi si è dimostrato essere un quaquaraquà. Un quaquaraquà però che fa danni perché mi ha ‘bruciato’ due libri. Ho dovuto quindi fargli causa, dopo un tentativo di negoziazione ridicolo. E sarà spietato.”
TM: “Dopo anni e un’inutile transazione, lasciando correre il tempo senza creare un confronto reale, ho dovuto fargli causa”.
Etc. etc.
Ma non solo gli autori si lamentano.
Leggete cosa ha postato un lettore sulla pagina facebook di Safarà: “Chi ha scelto le foto del libro di Lauren Oliver ‘Ragazze che scompaiono’? Pagina 106 bellissima foto bambina con un bellissimo sorriso con tutti i denti, pag.103 testo: ‘una fotografia sgranata della bambina scomparsa, Madeline Snow, il volto inclinato verso la macchina fotografica, sdentata e sorridente”, chi ha scelto la foto non ha letto il libro? “
E quindi, un mistero che magari può interessare a chi si occupa di questioni fiscali.
Lo stampatore, come da indicazioni del colophon di un libro, contattato dall’autore dello stesso per conoscere almeno la tiratura: “Buonasera, purtroppo ho cercato nei nostri archivi ma con questi titoli non ho trovato nulla stampato da Safara.”
Eppure..:
Ecco un altro esempio di come l’Europa spende (male) i nostri soldi.
Non male no?
1 comment
autore turlopinato says:
Lug 16, 2017
Confermo. E’un vero impostore.