Banalmente: la neve è un tipo di precipitazione atmosferica nella forma di acqua ghiacciata; in particolari condizioni di temperatura e di umidità le gocce di pioggia acquisiscono la caratteristica forma cristallina, meglio conosciuta con il nome di fiocco.
Si chiama fiocco perché cade meno velocemente della goccia, volteggiando beatamente, in quanto ha una struttura aperta che è meno aerodinamica della classica goccia d’acqua.
Il fiocco di neve assume una forma esagonale con bracci perfettamente simmetrici; ma è molto improbabile trovare due fiocchi di neve identici per l’estrema variabilità dell’ambiente di formazione.
Il sito web della Società Meteorologica Americana segnala che due cristalli identici sono stati trovati da tal Nancy Knight del Centro Nazionale per la Ricerca Atmosferica. Ignoriamo, ma ci piacerebbe saperlo, come la ricercatrice abbia effettuato la scoperta: salterellando in mezzo ai boschi con le pinzette in mano? Posizionando carte moschicide qua e là per il Pack artico? O comparando nelle comodità domestiche le fotografie di qualche miliardo di fiocchi di neve? E soprattutto: Nancy Knight.., fa ancora lo stesso lavoro?
Certo è che la neve si forma nell’alta atmosfera, quando il vapore acqueo che costituisce le nuvole, a temperatura inferiore a 0°C brina e passa dallo stato gassoso a quello solido e riesce a raggiungere il terreno senza sciogliersi.
La neve attecchisce, cioè si posa a terra rimanendo allo stato solido ed accumulandosi fiocco su fiocco, quando la temperatura al suolo è minore di 2°C e negli strati intermedi non esistono temperature superiori a 0°C.
L’umidità dell’aria influenza la formazione della neve: la regola base è che all’aumentare dell’umidità, perché la neve si formi e si mantenga, deve corrispondere un ulteriore abbassamento della temperatura.
Gli esperti affermano che con aria molto secca è possibile la formazione della neve con temperatura dell’aria, in prossimità del suolo, attorno ai 3°C.
La neve mista a pioggia e parzialmente fusa, con tracce di cristallizzazione, è detta nevischio o acquaneve.
Il fiocco non s’adagia sempre lentamente: spesso il vento lo scaraventa a forte velocità, modificandone la forma e la consistenza; il vento forte misto a neve si chiama tormenta o blizzard.
La più abbondante precipitazione stagionale cumulata di neve mai registrata è avvenuta sul monte Baker (Stati Uniti) nell’inverno 1998-1999, con un totale di circa 28 metri. La precipitazione giornaliera più intensa venne registrata a Silver Lake Colorado (Stati Uniti) nel 1921 con 193 centimetri di neve caduta.
La neve è spesso associata al divertimento: in primis, le battaglie di palle di neve.
Qualcuno la usa anche per sciarci sopra.
2 commenti
SCI: Progetto Pramollo, Pomotur, i media e tutto ciò che gira attorno « Dovatu says:
Nov 29, 2011
[…] la candida consolatrice, in Friuli ferve l’attesa e si auspica un nuovo corso, più internazionale, più economico, […]
Mitometeo: le leggende della meteorologia « Dovatu says:
Gen 22, 2012
[…] coinvolti dagli eventi meteorologici: ne siamo coinvolti perché quando sbocciano i fiori a Natale, nevica a giugno, la siccità incombe, poi arrivano le alluvioni.., ne conseguono disagi e, a volte, […]