Neve di mare

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A sentire i chiacchiericci alpini, la neve cosiddetta di mare, ossia quella che cade sui rilievi prossimi all’acqua salata, è particolarmente insidiosa. Sicuramente più umida e pesante, può creare catastrofici intoppi alla discesa, ammassandosi in grumi acquosi che impattano sugli sci, sbilanciando brutalmente lo sciatore.

Con la Primavera si assiste allo stagionale volgere dei venti, con l’orientarsi sulle nostre montagne dell’aria sciroccale che proviene dall’Adriatico: la neve di mare non è infatti evento così raro come si possa credere; se, oltretutto, ci si sposta dalla cordigliera alpina più continentale, si noterà che di neve di mare, al mondo, ve n’è parecchia: Appennini, Scandinavia, Ande, Giappone etc.

Quindi questa neve non è la peste: basta solo saperla sciare!
Le recenti olimpiadi invernali si sono tenute in Canada, nella zona di Vancouver, baciata dall’oceano Pacifico: tanti sciatori, soprattutto quelli che non hanno vinto, si sono lamentati di questa neve, definita grossolana, pesante e collosa.
Tra questi sicuramente non c’è Giuliano Razzoli, detto Razzo, vincitore, il 28 febbraio 2010, 22 anni dopo il grande Alberto Tomba La Bomba, dello slalom speciale di Whistler: unico oro italiano a queste olimpiadi.

Alpino”appennino”,  nato a Castelnovo ne’ Monti  (Reggio Emilia), ha iniziato a sciare a 4 anni con il padre Antonio, maestro di sci nella scuola di Febbio di Villa Minozzo, in un angolo del Parco Naturale Tosco Emiliano, a pochi chilometri dalla Liguria e dal Mar Tirreno.

Pare che, visto il risultato e la determinazione con cui Razzo è partito per l’avventura olimpica (“un atleta partecipa per l’oro!”), questo tipo di neve gli abbia permesso di esprimere al meglio le sue potenzialità, azzittendo gli “alpini” austriaci, svizzeri e germanici. Per la cronaca, si è classificato secondo il croato Kostelic (montagne prossime al Mare Adriatico!) e lo svedese (anche qui tanta neve di mare) Myhrer si è aggiudicato il bronzo.

Il suo fan club recita così: “Un sole caldo e luminoso come è quello della montagna vicino al mare. Un disco giallo come l’oro della medaglia più bella… Questa è ormai storia. Il futuro è tutto da gustare…” perché (che coincidenza!) la prossima Olimpiade Invernale si terrà a Sochi, in Russia, ai piedi del Caucaso, ma sul Mar Nero. Lo sci da discesa darà spettacolo sulle piste di importanti stazioni sciistiche (Krasnaya Polyana si trova a circa 40 km dalla costa del Mar Nero e 70 km dalla città Sochi nella regione di Krasnodar, 550 metri sul livello del mare). Stazione sciistica moderna in rapido sviluppo, è chiamata la Svizzera russa.
La stagione sciistica dura da novembre a giugno, sempre su neve di mare!

Tommaso Botto

3 commenti

  1. […] crisi delle precipitazioni nevose di questa stagione dimostra che lo sviluppo del Pramollo italiano (impianto funiviario, nuovo […]

  2. […] climatico-catastrofico: “L’alba del giorno dopo” di Roland Emmerich (2004) prevede, con giubilo di sciatori e snowboardisti, l’imminente glaciazione; “Una scomoda verità”  (“An inconvenient truth”, Davis […]

  3. […] i weekend di aprile, concludendo la sua stagione il 1° maggio, ovviamente se le condizioni della neve lo […]

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