MONESTIER FA IL CAMERIERE E SERVE UN WELFARE M5S FASCISTA

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Messaggero Veneto ancora al centro delle polemiche. Elena Bianchi (M5S) su Facebook: “Non hanno il senso dell’umorismo oppure hanno la coda di paglia oppure travisano intenzionalmente quello che sentono per infangare le persone o anche tutte e tre assieme”.

omar monestier

VE LO SERVO SU UN PIATTO D’ARGENTO scriveva ieri, tutto maiuscolo, sul web del Messaggero Veneto, il direttore Omar Monestier, quello che voleva una casa nei boschi
Cosa serviva il sabato di Pasqua?
Questo: “Elena Bianchi (ndr: Capogruppo M5S del consiglio Regionale FVG) dovrebbe baciare il selciato su cui camminano i giornalisti costretti ad ascoltare le sue osservazioni senza capo nè coda e, purtuttavia, costretti per mestiere a darne conto. L’ossessione fascistoide di alcuni  autorevoli membri del M5S verso la libertà di stampa mi preoccupa assai più degli show in Parlamento. Anche Mussolini iniziò con una battuta e anche di lui si credeva che scherzasse. Lo scherzo è durato 30 anni e non è stato piacevole. Cara Elena, io mi accontenterei che quello del consigliere regionale diventasse un mestiere serio.  Le cronache dei giornalisti rivelano che spesso non è affatto così. Le ruberie dei rimborsi  dei gruppi consiglieri non li hanno rivelati i 5S ma Il Gazzettino, Il Piccolo, Il Messaggero  Veneto, la Rai, TeleFriuli, TelePordenone, ReteQuattro, RadioSpazio e mille altri che non rammento. Voi stavate ancora guardando da un’altra parte”.

Noterella dei nostri tempi: le ruberie dei rimborsi non le hanno rilevate le testate citate dal bellunese Monestier ma la magistratura. L’elenco che fa l’esimio direttore è proprio quello di chi ‘si muove’, giornalisticamente, solo dopo la magistratura, a cose già fatte. Magari anticipassero le inchieste o, meglio ancora, le sviluppassero in autonomia!

Approfondimento giornalistico: caro Monestier, quante inchieste ti ha passato Dovatu e ti sei ben visto dal pubblicarle? Perché non le hai comprate, celandoti dietro un maleducato silenzio?
Vada per i chilometri falsati delle piste da sci: inchiesta offerta al tuo predecessore, il tuo giornale ne ha parlato, con fare ossequioso e ovattato, ben tre anni dopo e, soprattutto, dopo una sfilza di media di tutta Europa.
E il datagate friulano, la diffusione di dati sensibili dal sito dell’ASS4? Manco l’hai voluto prendere in considerazione, l’hai ingurgitato e fatto in qualche modo tuo.
E lo scandalo dei fondi strutturali Italia-Slovenia, con il disimpegno automatico e la richiesta, vergognosa, di deroga alla UE da parte della ‘tua’ giunta Serracchiani? Sto ancora aspettando dal tuo laconico “Ci devo pensare, in settimana ti rispondo”.
E il caso di Mattia Uboldi? Il consigliere della Sezione ANA di Udine che dalle tue pagine risulta ancora ‘sospeso’ ed invece è stato radiato e con lui tanti altri dissenzienti? Ne parlerai adesso che abbiamo l’Adunata Nazionale ‘in casa’ o farai finta di niente?

Il mondo, caro Omar, ti guarda, forse ti legge di meno ma ti guarda.

E come mai non mi hai risposto quando ti ho subito contattato, per correttezza, sul caso della sospensione del tuo giornalista Alessandro Cesare? Lui s’è reso disponibile a parlare con Dovatu, tu snobisticamente, come sempre, mai: cos’è? Dovatu puzza?
A vedere le foto che copi da Dovatu.it, non parrebbe…
E il progetto Pramollo? Come mai nelle tue pagine non riusciamo a trovare il minimo accenno all’interrogazione parlamentare di Rizzetto? Ma solo alla polemica, istruita da qualcuno di Pontebba, su Pontebba in Carnia anziché in Canal del Ferro… Perdi pezzi? Può capitare: ma come mai sempre e solo certi pezzi?

E il caso delle frasi razziste contro i “terroni” proferite dalla sorella di Stefano Mazzolini nel ristorante dello stesso Mazzolini quand’era presidente di Promotur? Ne hai parlato quando Mazzolini s’è rivolto alla Cassazione, dopo due anni dallo sciagurato evento, solo su web, però. Su carta no. Come mai? A che gioco giochi, al Subbuteo?

Dovatu puzza? Come puzza anche M5S?
M5S, che ha milioni di elettori, fa un buon lavoro, giornalisticamente: snocciola verità nascoste che propone in forma di interrogazione, belle indagini con tante belle prove. Su Dovatu le pubblico quasi sempre, le verifiche carte alla mano sono belle semplici. E ‘piacciono’ ai lettori. Com’è che il tuo giornale non fa la stessa cosa? Non può dire che il governo attuale fa schifezze tanto come il precedente? Un giornale serio parla sempre ‘male’ del governo: leggiti un po’ di stampa estera…

Ma torniamo al piatto del sabato di Pasqua, servito da Omar Monestier, del Gruppo Espresso, dell’ingegner De Benedetti, main sponsor del PD.
Il post del venerabile direttore s’intitola “Il mestiere (poco serio) del giornalista e quello (gaudente) del consigliere regionale”.
E’ una sorta di ripicca ad una battuta, una sacrosanta verità, uscita dalla conferenza stampa durante la quale M5S ha presentato il progetto di legge sul reddito minimo (il reddito di cittadinanza) che, se Monestier fosse un po’ meno ricco e tutelato, comprenderebbe nell’importanza dirompente, nell’urgenza di questo provvedimento, essenzialmente di stampo europeo, che va a rivoluzionare l’intero welfare sotto il claim “nessuno resti indietro”.
Nella mezza pagina dedicata dal giornale di Udine, la cosa più visibile è una finestrella in alto in cui il giornale diretto da Monestier scrive: “Quello del giornalista «non è un lavoro serio». Lo sostiene il capogruppo dei Cinque stelle, Elena Bianchi, ribattendo all’ipotesi di accesso ai benefit anche per l’esercito di collaboratori di quotidiani e periodici. «Interessante notare che pure chi è pagato 10 euro ad articolo può accedere al Reddito minimo garantito», ricorda l’addetto alle riprese per lo streaming della conferenza stampa, l’ex candidato presidente del Fvg Saverio Galluccio, al termine della presentazione della proposta di legge ospitata ieri nella sede udinese della Regione. «Ma è necessaria l’iscrizione al Centro per l’impiego», ribatte qualcuno dalla sala stampa. «Almeno così potrà trovare un lavoro serio», sibila la Bianchi”.

mv m5s

Un tema molto attuale: giornalisti disoccupati o sottopagati, lo stesso Enzo Jacopino, presidente nazionale dell’Ordine esorta gli sfruttati a denunciare editori e direttori. Lo stesso Messaggero Veneto è stato graziato dal consiglio di disciplina dell’Ordine del Friuli Venezia Giulia con un curioso “non Luogo a procedere” perché “così fan tutti”. Il sindacato è ricorso in appello

“Lavoro serio”: ha ragione la Bianchi!
E’ un lavoro serio questo? Stare sempre attenti a quel che si scrive per non disturbare l’editore? Per non disturbare la categoria dei giornalisti, quelli di vecchia guardia, quelli con Inpgi e Casagit pagata, quelli con orario fisso e compenso garantito? Scrivere, seguendo mille artifizi, per accaparrarsi uffici stampa? Per nascondere le vere notizie inseguendo sei euro e qualche speranza di miglioramento?

Monestier ha servito proprio un bel piatto d’argento.
Su Facebook Elena Bianchi replica così: “Bingo! Tre piccioni con una battuta. Con queste uscite il MV dimostra svariate cose: alcuni giornalisti – non hanno il senso dell’umorismo – oppure hanno la coda di paglia – oppure travisano intenzionalmente quello che sentono per infangare le persone – o anche tutte e tre assieme. E pensare che voleva essere un assist allo stato di sfruttamento in cui molti di loro versano! “
E, riferendosi all’articolo sul medesimo argomento apparso su Il Piccolo, sempre del Gruppo Espresso, dice: “Alcuni giornalisti, invece si attengono ai fatti”.

Ed il piatto del sabato di Pasqua del cameriere Monestier necessita di un sempre più lungo digestivo: oggi è Pasqua e i commenti che si anellano sotto il post di Monestier sono esilaranti.
Ne citiamo qualcuno:

“Noam Chomsky, le 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media.
1) La strategia della distrazione.
2) Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
3) La strategia della gradualità.
4) La strategia del differire.
5) Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
6) Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
8) Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
9) Rafforzare l’auto-colpevolezza.
10) Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.
Manca una; durante le interviste evitare che l’intervistato possa esporre compiutamente e completamente le sue idee, mentre con gli amici concordare l’intervista!”

“Articolo 416 ter Codice penale; sintesi: ridotte le pene ed evitata la pena accessoria all’interdizione perpetua dai pubblici uffici nei voti di scambio fra politici mafiosi e mafiosi (votazione favorevole di pd, pdl, ecc per le ovvie ragioni indagati inquisiti delinquenti vari in seno a questi partiti …)
Caro direttore, com’era il titolo del suo giornale? E degli altri di … regime?
Cortesi saluti.”

“Caro Direttore, sono rimasto basito a leggere le sue ultime affermazioni. A mio giudizio offensive per una consigliera regionale rea di aver fatto una semplice battuta, magari infelice, magari fuori dai microfoni, ma pur sempre una battuta (tra l’altro a difesa di una schiera di collaboratori mal pagati).
“Elena Bianchi dovrebbe baciare il selciato su cui camminano i giornalisti costretti ad ascoltare le sue osservazioni senza capo nè coda” scrive lei.
Soprassiedo sull’accento del suo “nè” che è, forse per sbaglio e distrazione, sbagliato. Comunque, andando sul contenuto, la ritengo una frase addirittura peggiore di quella della consigliera del M5S e sembra svelare, questa sì, dei pregiudizi e delle strane ossessioni.
Mi dispiace.”

“Dare del fascistoide ad una che fa una battuta, somiglia un po’ come quello che dice che siccome uno fuma, poi si fa le canne, e alla fine diventa un drogato. Suvvia direttore, gli ha dato un assist micidiale a questi bravi ragazzi. inoltre, le ruberie di cui parla le ha rivelate la corte dei conti, se aspettavamo voi, eravate ancora li a ossequiare il potente di turno. Questi grillini non avranno costrutto, ma stanno facendo del bene alla politica, al giornalismo e a tutti quelli che vivono di una rendita di posizione tale da avergli fatto dimenticare il rispetto per gli altri cittadini. Mandi Diretor”

Buona Pasqua.

Tommaso Botto

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