“Non vale una lira” è l’ultimo libro di Mario Giordano, direttore del TG4: si tratta di un fortissimo e sagace ‘j’accuse’ nei confronti dell’Euro e degli sprechi del Parlamento europeo.
A Favignana, durante l’interessantissima serata con l’autore, moderata da Giacomo Pilati, Giordano ha innanzitutto evidenziato una premessa della sua ultima fatica: “Mi telefonò Mario Draghi -presidente della BCE- chiedendomi di contribuire a rafforzare nell’opinione pubblica il sentimento pro-euro, essendoci, da contro, in tutta Europa un grande sentimento d’insoddisfazione nei confronti della moneta comune; questa telefonata mi ispirò proprio questo libro: a Mario Draghi risposi che l’Euro è stata una follia e Mario Draghi non mi ha più chiamato”.
Quanti spot pro Euro e pro Europa, infatti, ci stiamo ingurgitando sui media da qualche mese a questa parte? La forzatura mediatica è evidente a tutti… ma perché l’Euro non piace?
“Stiamo vivendo una vera e propria guerra mondiale”, spiega Giordano, “in cui la crisi economica e l’introduzione dell’Euro stanno mietendo vittime, una costante morte silenziosa che degenera nel dramma che stiamo facendo vivere ai nostri figli. L’Euro è una moneta sbagliata e lo dimostra la teoria delle aree valutarie ottimali, secondo la quale per ottenere unioni monetarie stabili, le economie interessate devono essere compatibili. Invece in Europa le economie sono estremamente differenti ed in competizione tra loro, la Germania sta divorando le Nazioni del Sud dell’Europa”.
Ma i valori europei, tanto decantati, sono stati una mera chimera allora?
“L’Euro è fallito anche come progetto politico. Ci raccontano che l’integrazione europea è quasi raggiunta ma non è assolutamente vero: in 12 anni non è stato fatto alcun passo in avanti in tal senso, non esiste ad esempio una politica estera comune, una politica sociale comune, né una politica europea dell’immigrazione. Esempi più pratici: i pedaggi autostradali per i non tedeschi in Germania? E il dramma dei nostri Marò prigionieri in India? Questo Euro, in verità, è il tradimento del sogno europeo. E la fine dell’Euro è prossima, è una camicia di forza tra sistemi che si dovevano aggiustare prima dell’unione, il ciclo di Frenkel dimostra chiaramente che la prossima tappa vedrà l’Euro saltare in aria”.
Ma si può uscire dall’Euro?
“Ci presentano l’Euro come il nuovo Dio ma, contemporaneamente, viene a galla la verità sulla follia del cambio a 1936,27 Lire… Tutte le riforme che ci vengono imposte sono diktat di un’Europa che non è più democrazia. Anche adesso ci raccontano la storiella secondo la quale non è possibile uscire dalla moneta comune: non è vero! Prendiamo ad esempio la Gran Bretagna e la Svezia: non hanno l’Euro, sono riuscite a reagire alla crisi, avendo le mani libere, hanno svalutato le loro monete e sono competitive. Da noi, invece, hanno imposto, per quello squilibrio alla base delle economie europee, di comprimere il welfare, di tagliare gli stipendi e le pensioni”.
Quindi il rigorismo merkeliano è dannoso?
“Eccome, la crisi economica abbinata a vincoli del famoso 3% -il 3% poi è venuto fuori per caso, due era troppo poco, quattro sembrava tanto- sono stati un vero e proprio colpo di Stato dell’Europa dei burocrati. I vincoli di stabilità di Maastricht hanno ulteriormente frenato, nelle economie del sud dell’Europa, la crescita e lo sviluppo, a vantaggio invece della congiuntura della Germania”.
Certo è che a leggere leggi e regolamenti europei, si può dire che si ha a che fare con una burocrazia malsana..
“L’Europa -quindi anche noi- paga 44mila burocrati che stanno tra Bruxelles e Strasburgo: ho scoperto che un archivista guadagna 9.000 euro al mese! E cosa fanno? La cosa più ridicola che ho letto è stata la formula dello sciacquone ideale! Possiamo ben dire che questa è stata la perfetta pisciata europea…”
E’ tutta colpa dell’Europa?
“I finanziamenti europei sono mancette elettorali che vengono distribuite a pioggia. Ci sono Stati che sanno accaparrarsene di più, come gli Inglesi: l’UE che invoca l’austerity finanzia addirittura un gruppo musicale britannico di ‘rutti e scorregge’. Da non crederci! Sicuramente gli enti locali italiani hanno una forte responsabilità nella nostra incapacità d’utilizzo -attorno al 50%- dei fondi europei, un’incapacità che riguarda tutte le regioni d’Italia. Si spende per spendere, a beneficio di amici e parenti…”
2 commenti
Luca Mauro says:
Ago 10, 2014
Ma io dico, un sito come DOVATU che apprezzo per i suoi pungenti articoli, va a chiedere a Mauro Giordano cosa accade in Europa? Di libri sull’ argomento ormai ne escono mensilmente(con le info che ho potreiscriverlo pure io), e Giordano è fra gli ultimi.Se l’articolo serve solo per fargli pubblicità,allora non dico nulla, ma se volevate fare informazione, allora è diverso. Perchè non chiedete a Paolo Barnard (anche lui giornalista, ma senza peli sulla lingua) ,sono anni e anni che lo spiega in tutte le salse cosa accade sopra le nostre teste ?
Tommaso Botto says:
Ago 10, 2014
Gentile lettore, su DOVATU passano le opinioni un po’ di tutte le ‘razze’, tranne di quelle che non rispondono alle nostre interviste e che subito dopo le elezioni si dileguano. Non c’è nessuna pubblicità (MAGARI!): Giordano ha scritto un bel libro, proprio pungente e senza peli sulla lingua, e di persona – una breve chiacchierata tra colleghi (uno molto noto, l’altro microscopico)- mi ha suggerito alcuni approfondimenti. Approfondimenti e teorie che, personalmente, condivido totalmente. Ma questa è solo la mia opinione. Ciao