La lìder màxima del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, piddina stipendiata dai cittadini per fare funzionare bene la regione, fa finta di niente, edulcorando andamento e risultati della gestione del ricco bottino dei fondi strutturali europei del programma Italia-Slovenia.
Il negazionismo indora una pillola altrimenti amarissima: non si accenna alla fallimentare gestione di questi 136 milioni, dispersi in mille rivoli di consulenze, rivolti per lo più a voci di programmazione o di bilancio.
Non si accenna al trascorso intervento dell’ex ministro Tremonti, preoccupato allora del rischio di non centrare il target di spesa.
Non si accenna al mancato raggiungimento di tale obiettivo minimo.
Non si accenna alla creatività contabile, già oggetto di una interrogazione parlamentare.
Non si accenna al disimpegno di importanti cifre, sottratte ai veri programmi transfrontalieri.
Non si accenna ai numerosi ricorsi per le irregolarità d’accesso ai singoli bandi di finanziamento.
Non si accenna al memorabile ricorso al Tar dell’Università di Trieste, esclusa, inizialmente, da una giuria di incompetenti.
Non si accenna allo stupito imbarazzo della regione Veneto e della regione Emilia Romagna che si sono visti escludere perché avevano inviato la propria domanda con il Pacco celere anziché con la raccomandata…
No, non se ne parla: occhio non vede e cuore non duole.
Ma carta canta:
( >> LEGGI IL TESTO INTEGRALE: Delibera n 2593-2010 )
E quindi, come con una grammata di eroina, ci si abbandona ad un orgasmo onirico-mediatico, dal quale risulta che il “calo delle risorse sui progetti Italia-Slovenia è dovuto a un restringimento dell’area coinvolta con l’uscita dell’Emilia Romagna”.
Questo è il comunicato diffuso ieri dalla regione molto autonoma Friuli Venezia Giulia:
“Il Friuli Venezia Giulia vuole continuare a essere protagonista nei progetti di cooperazione transfrontaliera, per contribuire a rafforzare l’Europa a partire dai territori”. Lo ha detto la presidente della Regione, Debora Serracchiani, intervenendo questa sera a Muggia alla prima giornata del convegno “Oltre Tradomo: Gect” sulle nuove proposte di cooperazione transfrontaliera per creare un unico spazio geografico nell’Alto Adriatico attraverso lo strumento del GECT (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) previsto dalle norme dell’Unione europea.
Era presente il ministro facente funzioni per gli Sloveni del Mondo della Repubblica di Slovenia, Tina Komel, assieme ad amministratori locali di Muggia, di Trieste e dell’Istria slovena e croata.
Il convegno è stato voluto in particolare da Nerio Nesladek, sindaco di Muggia, Comune partner del progetto “Tradomo”, finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma Italia-Slovenia, che ha come obiettivo il miglioramento del trasporto pubblico nella aree transfrontaliere della penisola muggesana e del Goriziano.
È proprio a partire dal progetto “Tradomo” che Muggia ha voluto promuovere una due giorni di approfondimento aperta agli amministratori locali e al pubblico, per consolidare e ampliare in prospettiva la cooperazione transfrontaliera confrontandosi anche con l’esperienza avviata in Friuli Venezia Giulia con il GECT “GO” costituito fra Gorizia, Nova Gorica e Sempeter Vrtojba.
La Regione, ha ricordato la presidente Serracchiani, è riuscita a ottenere un aumento del 16 per cento dei Fondi comunitari per la cooperazione transfrontaliera nel periodo di programmazione 2014-2020. A un calo delle risorse sui progetti Italia-Slovenia,
dovuto a un restringimento dell’area coinvolta con l’uscita dell’Emilia Romagna, si è avuto un aumento dell’Italia-Croazia di
ben il 169 per cento.
“La nostra Regione – ha sottolineato la presidente – ha una forte tradizione nel campo della cooperazione territoriale”, come
conferma la presenza anche nei programmi Adriatico Ionico e IPA Adriatico, oltre che in quelli con Slovenia e Croazia. In Friuli
Venezia Giulia ci sono già due esperienza a cui il progetto presentato oggi a Muggia può fare riferimento: il GECT “GO” e il
GECT “Euregio” con la nostra Regione, il Veneto e la Carinzia.
È all’interno di questo quadro che, nell’ambito della programmazione 2014-2020, un progetto come quello presentato oggi a Muggia può trovare posto, ha confermato la presidente.
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