Pochi lo sanno ma il 9 Maggio è la festa dell’Unione Europea. La propaganda ha deciso così.
Perché il 9 Maggio? Perché la dichiarazione Schuman, rilasciata dall’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman* il 9 maggio 1950, proponeva la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio, la CECA, fondata da Francia, Germania occidentale, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo, la prima di una serie di istituzioni europee sovranazionali che ci hanno portati all’attuale Unione Europea.
Che disse Schuman?
Che “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.” Beh, siamo pieni di guerre, conflitti, esodi di massa: gli sforzi creativi non han funzionato bene.
Che “L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.” Sicuri che siamo uniti da spasmodico amore europeo? Leggete qui e qui e qui.
Che “La fusione delle produzioni di carbone e di acciaio… cambierà il destino di queste regioni che per lungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione di strumenti bellici di cui più costantemente sono state le vittime.” Infatti compriamo dagli USA gli F35.
Che “L’Europa sarà in grado di proseguire nella realizzazione di uno dei suoi compiti essenziali: lo sviluppo del continente africano”. E l’esodo i massa dal continente africano è sotto gli occhi di tutti.
Che “Contrariamente ad un cartello internazionale, che tende alla ripartizione e allo sfruttamento dei mercati nazionali mediante pratiche restrittive e il mantenimento di profitti elevati, l’organizzazione progettata assicurerà la fusione dei mercati e l’espansione della produzione”. Mah…
*Schuman nacque in Lussemburgo nel 1886 e subì l’influenza di essere cresciuto in una regione di confine tra Francia e Germania. Nonostante, o forse a causa delle esperienze vissute nella Germania Nazista, si convinse che per gettare le basi di un’Europa unita bisognava giungere ad una riconciliazione duratura con la Germania. Deportato in Germania nel 1940, si unì alla Resistenza francese dopo essere evaso due anni dopo. Eppure non mostrò alcun risentimento quando, finita la guerra, fu nominato ministro degli Esteri.