Lega Nord: Roma tremerà davanti a 25 milioni di Settentrionali?

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Con toni al limite della balcanizzazione, viene riproposta la Macroregione del Nord.

Lo Statuto speciale del Friuli Venezia Giulia come modello da potenziare e applicare a tutte le regioni del Nord.
Per trattenere il 75% del gettito sul territorio (fatte salve condizioni specifiche migliori già previste dallo Statuto).
E dare vita a una Macroregione del Nord che abbia i numeri per negoziare con Roma un nuovo patto fiscale.

È, in estrema sintesi, la richiesta che la Lega Nord avanza ai Consigli regionali di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia e Piemonte con una mozione che verrà presentata domani mattina (martedì) dalla delegazione del Gruppo consiliare regionale del Carroccio presente in piazza Oberdan, composta dal capogruppo Danilo Narduzzi e dai consiglieri Ugo De Mattia, Mara Piccin, Enore Picco e Federico Razzini, in accordo con il segretario nazionale Matteo Piasente.

Narduzzi spiega: “Il paradigma di riferimento è la specialità della nostra regione, e l’obiettivo è dilatare ulteriormente i margini di autonomia: oggi noi tratteniamo circa il 60% delle risorse, l’obiettivo è salire al 75%, e magari oltre.
Noi ci guadagniamo direttamente, e soprattutto potremo finalmente contare sul sostegno convinto delle altre Regioni del Settentrione”.

Roma applica da sempre il principio del divide et impera.
Crea e alimenta contrapposizioni tra Regioni a Statuto speciale e ordinario.
Noi puntiamo a tagliare la testa al toro, costituire un coeso, ampio asse del Nord che strappi a Roma un nuovo patto fiscale.
Roma non trema davanti a un milione e 200.000 friulani e giuliani.
Ma come si comporterà al cospetto di 25-27 milioni di settentrionali?


Con la Macroregione aumenta l’autonomia.
L’auspicio è, ora, che anche la maggioranza regionale e i movimenti autonomisti si uniscano a noi per raggiungere questo grande obiettivo”.

 

Redazione

1 comment

  1. […] “Questo è il terzo sbarco in Sicilia in 150 anni. Il primo fu Garibaldi che portò i Savoia, il secondo fu fatto dagli americani che portarono la mafia, il terzo sono io con il MoVimento 5 Stelle, ma né Garibaldi o Nino Bixio o Lucky Luciano sono arrivati in Sicilia a nuoto. La Grecia fallisce per il suo debito, la Sicilia fallisce per il suo credito verso lo Stato italiano che gli presta come elemosina solo una parte di ciò che gli deve, ma non pareggia mai il conto. La Regione Sicilia vanta un credito di un miliardo di euro nei confronti dello Stato italiano e le stesse imprese siciliane hanno un credito di 5 miliardi di euro. La Sicilia potrebbe vivere meglio senza l’Italia, ma l’Italia non potrebbe vivere senza la Sicilia. Se la Sicilia dovesse andarsene, costretta dal malfunzionamento dello Stato e delle istituzioni, sarebbe l’inizio di un domino cui seguirebbero altre Regioni e la fine dell’Italia, forse la sua balcanizzazione. […]

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