Sabina Mazzolini, sorella del leghista Stefano Mazzolini, cameriera nel ristorante di famiglia “Al Vecchio Skilift” di Tarvisio appellò con questi epiteti gli Italiani del Sud: “I terroni non sono come noi”. “Nei bar dei terroni noi non andiamo”. “Anche in Romania odiano i terroni, che sono arrivati anche lì”. “Hanno finito di rubare!”. “Non ci mescoliamo con loro, neanche da giovani…” “A mia figlia, che va a scuola in Austria, hanno detto ‘Italiana di merda’, perchè ci sono i terroni…” “Noi non siamo Italiani, siamo speciali…”
Avviate le indagini da parte dei Carabinieri ( in seguito alla denuncia presentata da Stefano Mazzolini contro l’autore dell’articolo che segnalò la vicenda per presunta diffamazione a mezzo stampa), la stessa si avvalse della facoltà di non rispondere, lasciando indirettamente cadere le responsabilità delle ignobili frasi (vox populi) su un’altra collaboratrice del ristorante, in verità totalmente estranea alla vergognosa vicenda.
Il fratello della cameriera, il leghista Stefano Mazzolini, che non era nemmeno presente durante lo sproloquio della consanguinea, vide lesa la sua onorabilità dall’articolo e, come detto, denunciò il giornalista: la Procura archiviò la denuncia temeraria. Mazzolini volle andare sino in Cassazione. La Corte Suprema si è pronunciata la settimana scorsa, rigettando il ricorso di Mazzolini e condannandolo a pagare le spese legali ed un’ammenda di mille euro.
Ora la signora Mazzolini fa bella mostra di se, pavoneggiandosi su internet, con abiti folklorici, intenta ad inviare la cartolina d’invito a Papa Francesco per una visita al Santuario del Monte Lussari, a Tarvisio, giusto sopra il ristorante “Al Vecchio Skilift”.
Pare che quanto esclamato dalla Mazzolini non costituisca reato. Questo è infatti quanto ci ha comunicato l’OSCAD, l’Osservatorio della Polizia di Stato per la sicurezza contro gli atti discriminatori : “l’ordinamento giuridico italiano, attualmente, prevede l’applicazione di una circostanza aggravante solo relativamente ai reati commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, ovvero al fine di agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità azione (“Legge Mancino” 205/1993). Tale normativa non è applicabile alla cd. ‘discriminazione territoriale’ – fenomeno di recente emersione soprattutto in occasione di manifestazioni sportive – che, al momento, non assume rilevanza penale”.
Quindi, avesse detto quelle cattiverie in uno stadio, avrebbe meritato un Daspo; siccome le ha dette in pubblico, davanti a tre increduli turisti, ma non in uno stadio, non ha commesso reato.
Ora, con incredibile ipocrisia, invita il Papa dove la signora ha sputato odio…
Ma Papa Francesco cosa ne pensa?
Purtroppo ha ragione in linea di massima … solo non capisco perché manda i figli in Austria. Non sono gli Italiani ad essere terroni, sono i terroni a non essere Italiani.