La sinistra vuole imbavagliare chi cerca la verità sulla fossa comune nel Manzanese

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Il consigliere del Pd in consiglio regionale del FVG Travanut, nel presentare una interrogazione urgente all’assessore Torrenti “sull’esistenza di una foiba nella zona di Manzano”, afferma che “nessuno nella zona ha mai denunciato la scomparsa di centinaia di persone” ed ha invitato l’assessore ad interpellare il Ministero degli affari esteri perché faccia chiarezza. Nell’intervento affatto velata è stata la censura mossa al quotidiano che più di altri sta seguendo i fatti ed il tentativo di minimizzare i fatti denunciati in quanto non sarebbero supportati da testimonianze.

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Travanut ha rivelato l’animo di molti appartenenti al Pd, che ancor oggi vorrebbero negare o celare le pagine più oscure della resistenza senza assumere consapevolezza che i valori della resistenza si difende non negando a tutti i costi bensì ricercando la verità, agevolando la ricerca storica. Non certamente sperando nel bavaglio alla stampa, alle associazioni ed alle persone che chiedono solo chiarezza, senza voler allestire con ciò tribunali del popolo.

La Lega Nazionale ed il suo presidente Luca Urizio stanno facendo ciò che altri storici avrebbero potuto e dovuto fare prima, visto che si tratta di documenti da anni accessibili.

Il loro merito è stato anche quello di aver rappresentato l’opportunità per molti cittadini di fornire la loro testimonianza agli inquirenti, ai media ed alla Lega Nazionale. In queste testimonianze i cittadini, che non vengono presi in considerazione da questa sinistra, quasi dileggiati, hanno rappresentato fatti ed accadimenti agghiaccianti, torture, uccisioni, che una certa sinistra vorrebbe insabbiare. Se la Procura di Udine ha aperto una indagine evidentemente qualcosa c’è. Ci sono denunce di centinaia di scomparsi da Gorizia, che Travanut vorrebbe insabbiare frettolosamente e grossolanamente, ma ce ne sono altre (si tratta di un ulteriore documento) di 50 scomparsi a Manzano.

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Forza Italia ritiene che i partigiani che in tutto il paese hanno imbracciato un fucile per liberare l’Italia dal giogo nazi-fascista sono degli eroi da onorare. Da non confondere con quei partigiani comunisti che, agli ordini del comando titino, invece combatterono ed uccisero gli italiani per asservire la Venezia Giulia alla dittatura comunista.

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Ebbene su queste vicende vi sarebbe la necessità che anche le associazioni dei partigiani, così come fanno in altre regioni d’Italia, anziché insabbiare e cercare di imbavagliare testimoni, associazioni e media collaborassero alla ricerca della verità, anche se scomoda.

 

Trieste, 16 marzo 2016

Rodolfo ZIBERNA

 

Redazione

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