La crisi finanziaria del 2008 nata in America e propagatasi come un incendio in tutto il mondo occidentale, la crisi Greca che forse richiederà un secondo piano di salvataggio (a spese dei contribuenti e non dei banchieri che l’hanno provocata), mettono in luce come ormai la casta dei banchieri internazionali sia la vera oligarchia dominante.
Transnazionali, senza Patria per definizione, i nuovi padroni del vapore fanno e disfano le tele dei popoli, ridotti a simulacri del vecchio ordine centrato sul primato della politica, sull’interesse delle nazioni.
Centrale nella progressiva erosione della sovranità popolare a scapito del primato dei banchieri internazionali, è stato il progetto della moneta unica europea, l’euro, che è oggi il principale strumento di oppressione dei popoli europei e di governo dell’economia e quindi della società da parte del grande capitale e delle banche.
A molti analisti economici ed istintivamente ai popoli europei, fu subito chiaro, che unificare le monete di economie così diverse (e le economie sono diverse perché le nazioni sono diverse e questo non si può cambiare) era una pazzia ideologica, che solo una ristretta èlite poteva condividere per scopi molto lontani da quelli proclamati (l’unità europea).
Tutti i progetti alternativi, come per esempio il progetto presentato da numerosissimi economisti europei che prevedeva una moneta europea parallela a quelle nazionali, furono respinti senza analisi, in modo preconcetto, con un fanatismo ed un dogmatismo tipico delle culture autoritarie.
Il sentimento di ostilità all’euro, maggioritario in molti paesi (quasi tutti) fu ridotto dai mass media (i cui proprietari sono azionisti di banche) ad una sterile nostalgia, da non ascoltare, anzi da reprimere con quella cultura del “politicamente corretto” che è la forma moderna della dittatura del pensiero nei paesi occidentali.
Purtroppo il popolo non ha modo di trovare sui grandi giornali o sulle principali televisioni obbiezioni all’attuale sistema, al massimo potrà trovare trovare qualche Don Chisciotte (come il sottoscritto) che tenta di spiegare al popolo chi lo abbia abbindolato e per quali scopi.
Proveremo a spiegare in termini chiari la “grande truffa dell’euro”: la BCE (Banca Centrale Europea) è una sorta di federazione delle Banche Centrali Nazionali dei paesi che l’hanno adottato (molti paesi europei pur membri dell’Unione Europea non ne fanno parte).
Ogni Banca Centrale Nazionale era ed è una società per azioni privata, in mano alle principali banche e società di capitali dei rispettivi paesi.
La BCE si configura quindi come una sorta di “super-cupola” che raccoglie l’oligarchia economica europea, banchieri e grandi capitalisti, e che decide, da statuto, in “totale autonomia” le sorti di 400 milioni di europei.
Senza alcun controllo pubblico reale, senza alcun interesse reale che non sia quello dei veri proprietari, ossia banchieri e grandi capitalisti.
La Banca Centrale Europea per stampare cartamoneta (ma non le monete) percepisce un tasso di “signoraggio” del 2,5% sulla montagna di denaro stampata. Il signoraggio non è altro che il prezzo che lo stato, in questo caso l’Unione Europea, paga alla Banca Centrale per emettere le benconote.(quasi come una tipografia).
Questo diritto, di tradizione medievale, che viene riconosciuto dagli stati europei aderenti alla BCE, viene poi distribuito alle singole Banche Centrali Nazionali secondo la percentuale azionaria che esse hanno nella BCE (es. l’Italia possiede il 16% della BCE) che a loro volta indirettamente fanno ricadere questo privilegio sui veri proprietari delle Banche Centrali Nazionali, ossia banche, assicurazioni e grandi società di capitali.
Un cappio al collo di tutti i paesi, ma per alcuni il nodo è sicuramente più stretto, proviamo ad immaginare cosa rappresenti per paesi come la Grecia o il Portogallo, ma anche per la nostra Italia, che tanti sacrifici fanno per onorare i loro debiti, dover pagare questa “taglia” ai banchieri, quando lo stato potrebbe tranquillamente stampare in proprio, risparmiando miliardi di euro.
Tralasciando comunque il tema del “signoraggio”, una vera e propria taglia di carattere medievale, l’aspetto ancor più sostanziale è l’assoluta autonomia nelle scelte della BCE, che decide i destini di milioni di persone senza dover rispondere a chicchessia, né parlamenti, né governi, né tantomeno la cosidetta opinione pubblica.
Poter pilotare la moneta significa di fatto deteminare la politica economica influenzandola in modo decisivo, ma questo fatto sembra non dover meritare un controllo pubblico, politico.
Considerando che ,di fatto, le banche centrali nazionali sono le vere propietarie della BCE e che, come ricordavamo prima, banche, assicurazioni e multinazionali sono , a loro volta, proprietarie delle banche centrali nazionali, come si può pensare che la BCE possa prendere decisoni che tutelino l’interesse dei popoli e non piuttosto quello dei loro propritari che nella maggior parte dei casi è diametralmente all’opposto?
Per capire che ragionare nei termini qui da me descritti, tocchi corde molto sensibili nell’establishment economico nazionale ed europeo (che bisogna ricordare controlla il 95% dell’informazione scritta e televisiva) basterebbe osservare attentamente, da un lato il silenzio assordante dei grandi massmedia su ogni critica al “sistema”, dall’altro l’incredibile “fuoco di fila” dialettico contro chiunque osi presentare critiche, proposte alternative, dubbi.
Nella migliore delle ipotesi i coraggiosi (pochissimi) che osino sfidare lo status quo vengono additati come, “nostalgici”, “ignoranti”, “demagoghi”, “populisti”, “reazionari”, “complottisti” e via discorrendo.
Nulla è consentito contro la “casta dei banchieri”. Quello che è consentito contro qualunque uomo politico, contro qualunque cittadino, contro religiosi o scienziati, non vale per la nuova oligarchia che ci comanda.
Questa demonizzazione verso chiunque riesca a conservare un minimo di autonomia intellettuale e osi mettere in discussione i dogmi delle nuove èlite, nazionali ed europee, serve ad impedire anche la sola discussione di questi temi, a creare un tabù, così da garantire un potere senza più opposizione.
Questa che noi abbiamo definito senza incertezze come una “dittatura”, molto diversa nelle forme e nelle persone rispetto alle oligarchie del passato è molto vicina alla sua vittoria.
Il traguardo è la cosiddetta “globalizzazione” del mondo, ossia un mondo omologato nei consumi, nei gusti, livellato nella sue identità che diverranno sempre più sbiadite e dove i popoli non avranno più la forza di riprendere il loro destino e finiranno per essere una massa di “uomini-consumatori” buoni solo a lavorare, consumare e pensare il meno possibile.
A noi l’arduo compito di non consentirlo!
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1 comment
Alberto says:
Nov 21, 2011
Ho salvato LA DITTATURA DEI BANCHIERI Dovatu tra i preferiti!