Italia: tempi biblici della Giustizia. E se utilizzassimo un computer?

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Mentre i politici di professione menano il can per l’aia, dibattendo su questioni auliche, viaggiando terra-terra, invece, vivendo la vita dell’Uomo Qualunque, quello italiano, ci imbattiamo nella paradossale lentezza della Giustizia italiana.

bradipo

Qui di seguito vi riassumiamo le fasi di un processo civile, semplice semplice (come risulta da due sentenze per cui il debitore viene condannato a pagare il creditore), trasparente come l’acqua… un processo che, atti alla mano, un personal computer avrebbe risolto in un paio d’ore (giusto il tempo di immettere i dati nell’elaboratore). D’altronde, un processo si risolve in un algoritmo basato su uno o più codici.

Ma non solo i tempi sono eterni e contraddistinti da continui rinvii, per lo più immotivati, cagionando danno al concetto stesso di “giustizia certa”.
C’è da segnalare che lo Stato, che tiene le redini assolute della Giustizia, fa giustizia in maniera formale, quasi apparente.
Infatti, se Tizio deve avere soldi da Caio, il Tribunale sentenzia (dopo 5 anni e più…): “Tizio deve x € a Caio“.

Ok. Ma non è detto che Caio riceva i soldi che gli deve Tizio.
Lo Stato, infatti, si limita alla sentenza, che attribuisce il titolo (di credito) a Caio: e lì si ferma.
Ma se Tizio non paga, Caio deve arrangiarsi ed aspettare.
Certo, prima o poi (con le vendite degli immobili di Tizio, ad esempio, istantaneamente ipotecati da Caio) Caio vedrà i suoi soldi. Ma lo Stato fa sempre lo gnorri, come se dicesse: “Arrangiatevi, son fatti vostri” pur avendo precedentemente sentenziato che Tizio deve soldi a Caio.
Lo Stato, insomma, non fa niente.

E accadrà che un giorno Tizio s’accorgerà di quanto l’ha mandata avanti troppo per le lunghe, capirà a quanto ammontano gli interessi di sette o otto anni, si vedrà mettere all’asta le sue casette e… addirittura si suiciderà, dimostrando nei fatti quanto questa giustizia bradipica sia dannosa per tutti: creditori, debitori e avvocati furbetti.
Ed è proprio così che mezza Italia s’arrabatta per vedere tutelati i suoi crediti. E deve tutelarseli da sola…

Ecco il processo preso ad esempio (dal portale www.pst.giustizia.it ):

 

Primo Grado:

  • 06/07/2011 – ISCRIZIONE RUOLO GENERALE
  • 06/07/2011 – ASSEGNAZIONE A SEZIONE
  • 06/07/2011 – DESIGNAZIONE GIUDICE
  • 09/07/2011 – FISSATA UDIENZA DI DISCUSSIONE
  • 27/01/2012 – COSTITUZIONE PARTI
  • 27/01/2012 – AGGIORNAMENTO FASCICOLO DA PARTE DELLA CANCELLERIA
  • 08/02/2012 – RISERVA
  • 07/03/2012 – RINVIATO AD ALTRA UDIENZA DI DISCUSSIONE
  • 16/01/2013 – RINVIATO AD ALTRA UDIENZA DI DISCUSSIONE
  • 20/06/2013 – RINVIATO AD ALTRA UDIENZA DI DISCUSSIONE
  • 18/12/2013 – RINVIATO AD ALTRA UDIENZA DI DISCUSSIONE
  • 24/09/2014 – DEPOSITO MEMORIE
  • 25/09/2014 – DEPOSITO MEMORIE
  • 16/10/2014 – SENTENZA EX ART. 429, 1°C., CPC
  • 22/12/2014 – TRASMISSIONE ATTI ALLA CORTE D’APPELLO

 

Secondo Grado (Appello):

  • 19/12/2014 – ISCRIZIONE RUOLO GENERALE
  • 20/12/2014 – ASSEGNAZIONE A SEZIONE/COLLEGIO
  • 20/12/2014 – RICHIESTA FASCICOLO PRIMO GRADO
  • 30/12/2014 – PERVENUTO FASCICOLO DI GRADO PRECEDENTE
  • 13/01/2015 – DESIGNATO GIUDICE E FISSATA PRIMA UDIENZA
  • 15/06/2015 – COSTITUZIONE PARTI
  • 16/06/2015 – AGGIORNAMENTO FASCICOLO DA PARTE DELLA CANCELLERIA
  • 25/06/2015 – RINVIATO AD ALTRA UDIENZA DI DISCUSSIONE
  • 13/10/2015 – DESIGNAZIONE COLLEGIO
  • 22/10/2015 – NOMINATO CTU E UDIENZA DI GIURAMENTO FISSATA
  • 28/10/2015 – ALLEGATO FASCICOLO DI PRIMO GRADO
  • 24/11/2015 – DESIGNAZIONE COLLEGIO
  • 03/12/2015 – GIURAMENTO CTU E RINVIO AD ALTRA UDIENZA DI DISCUSSIONE
  • 11/01/2016 – NOMINA CONSULENTE DI PARTE
  • 06/04/2016 – DEPOSITO ISTANZA LIQUIDAZIONE CTU
  • 06/04/2016 – DEPOSITO CONSULENZA TECNICA D’ UFFICIO
  • 07/04/2016 – ANNOTAZIONE
  • 26/04/2016 – DEPOSITO ATTO NON CODIFICATO
  • 29/04/2016 – DEPOSITO MEMORIE
  • 04/05/2016 – DESIGNAZIONE COLLEGIO
  • 12/05/2016 – LETTURA DISPOSITIVO
  • 31/05/2016 – DEPOSITO MINUTA SENTENZA (DISPOSITIVO LETTO IN UDIENZA)
  • 15/06/2016 – LIQUIDAZIONE CTU
  • 15/06/2016 – DEPOSITO SENTENZA – PUBBLICAZIONE (DISPOSITIVO LETTO IN UDIENZA)

 

Poi ci potrebbe essere il ricorso in Cassazione: due, tre anni per la sentenza.

Ma è un Paese civile questo?

Redazione

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