INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SU MEDIOCREDITO FVG

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MARCO ZULLO (M5S): UN BUCO FINANZIARIO PAGATO DAI CITTADINI

mediocredito

La gestione finanziaria di Mediocredito Friuli Venezia Giulia è finita all’attenzione dei Ministeri della Giustizia e dell’Economia e delle Finanze attraverso un’interrogazione presentata dai parlamentari Giorgio Sorial e Barbara Lezzi. Il caso del buco finanziario di Mediocredito in Regione è stato sollevato nei giorni scorsi dall’europarlamentare Marco Zullo del M5S. “Una banca pubblica – ha affermato l’esponente dei Cinque Stelle – la cui mala gestio degli ultimi anni, certificata dalla Banca d’Italia e confermata dalla Polizia Tributaria, l’ha ridotta a dover ripianare un debito enorme che non si sa come potrà mai essere risolto se non con le solite iniezioni di denaro pubblico”.

La statistica delle aziende finanziate da Mediocredito, già evidentemente decotte, è impietosa. Nell’ispezione fatta da Bankitalia tra il 2010 e il 2011 si evince che di 32 aziende analizzate ne sono fallite di lì a poco 30. Praticamente un disastro.

“Le responsabilità sono evidenti – ha rincarato Zullo – ma tutto è rimasto sottaciuto e nessuno paga. Anzi, pagano i cittadini visto che Mediocredito è una banca pubblica in buona parte della Regione Friuli Venezia Giulia. E mentre noi siamo qui a chiedere di far luce su questa voragine, la gestione ‪PD-‎Serracchiani, che fa? Un aumento di capitale e relativa cartolarizzazione dei debiti”.

L’interrogazione parlamentare giunge inoltre con tempismo perfetto: è infatti in corso (come riferisce la stampa) un’ispezione di Bankitalia nelle sedi di Mediocredito, che durerà delle settimane e che definiscono “di routine”.

“Mi auguro – aggiunge Zullo – che gli ispettori rileggano il documento che avevano redatto pochi anni fa, quello che sono riuscito a ottenere con non poca fatica e che ha dato il via alle interrogazioni dei colleghi dando un taglio un po’ meno routinario alla visita. Questo plico di un centinaio di pagine descrive in modo dettagliato una gestione “lacunosa del collegio sindacale”, un rischio di credito spropositato, un’organizzazione amministrativa che “palesa carenze regolamentari e disfunzioni nei controlli”, un’attività istruttoria del credito “lacunosa nella valutazioni della capacità di rimborso dei clienti” (poi tutti falliti!) e così via, lasciando perdere le sanzioni comminate agli amministratori. Noi non abbiamo nessuna intenzione di lasciare le cose come stanno e andremo avanti fino in fondo auspicando che qualche Procura della Repubblica voglia come noi fare luce su questo caso”.

Redazione

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