Indovina chi viene a cena: un celiaco!

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I celiaci, ossia coloro i quali sono affetti da celiachia, vivono tra di noi.

La celiachia fu definita per la prima volta da Areto di Cappadocia che, nel 250 d.C. , scriveva dei koiliakos, “coloro che soffrono negli intestini”.

500.000 Italiani sono celiaci, cioè 1 su 1000 abitanti; da tempo però gli studiosi sostengono un’incidenza di 1 su 100-150; infatti solo una minima parte dei celiaci sa di esserlo: la diagnosi è difficile, perché i sintomi sono troppo simili a quelli di altre malattie, tra le quali anche forme di stanchezza cronica e di depressione.

Diremmo che è una patologia multifattoriale (genetica, ambientale), autoimmune, multiorgano, che “consuma” con numerosi ed antipatici sintomi chi, sfortunatamente, ne è affetto.

In soldoni: si tratta di un’intolleranza permanente al glutine, una  proteina contenuta in alcuni cereali, frumento, farro, kamut, orzo, segale, sorgo, spelta, triticale, malto, (avena) e di conseguenza nei loro derivati: farina, amido, semolino, fiocchi dei cereali suddetti, pasta, pasta ripiena (es. ravioli, tortellini ecc.), pane comune e speciale, pangrattato, grissini, crackers, fette biscottate, pan carrè, focacce, pizza, gnocchi di patate, gnocchi alla romana, crusca, malto d’orzo, müsli, miscele di cereali, corn flakes al malto, dolci, biscotti, torte, birra… 
Il contatto con quantità anche molto piccole di questa sostanza con la mucosa intestinale causa gravi alterazioni della mucosa stessa e problemi nell’assorbimento degli alimenti
Le alterazioni, però, scompaiono completamente, col tempo, se si segue una dieta rigida senza glutine

Il glutine non  è presente in altri cereali e vegetali altrettanto buoni quali: castagne, ceci, legumi, mais, miglio, patate, riso, soia, tapioca e quindi in farina di riso, crema e amido di riso, farina di mais, polenta, maizena (amido di mais), pop-corn, farina di miglio, farina di soia, farina di tapioca, fecola di patate, fiocchi di riso, mais, soia, tapioca senza aggiunta di malto, farina di castagne, farina di ceci e altri legumi, avena e grano saraceno (il primo un cereale ed il secondo una leguminosa, sono privi di glutine in origine).
I celiaci vivono allo stesso modo dei non celiaci: mangiano, bevono, lavorano e si divertono.

Trattandosi di un’intolleranza alimentare, l’unica difesa è l’esclusione di qualsiasi contatto con il glutine, contenuto solo in alcuni cibi e bevande: seguire quindi una dieta che esclude certi alimenti, consentendo comunque al celiaco di condurre una vita normalissima.

Seguire una dieta priva di glutine significa cambiare stile di vita e eliminare tutti gli alimenti derivati da grano, orzo e potenzialmente altri cereali, quindi quasi tutti gli alimenti confezionati, dalle merendine alle torte, la pasta e il pane, la pizza.
La carne, le verdure, il riso e il mais invece non contengono glutine e quindi possono entrare tranquillamente nella dieta del celiaco.
Esistono ormai sul mercato diversi prodotti sostitutivi, che portano la specifica dicitura gluten free, che permettono al celiaco di seguire comunque una dieta bilanciata. In alternativa o in combinazione, è possibile utilizzare farine e altri derivati delle patate, del riso, della soia o di altri legumi.
La difficoltà maggiore per la persona affetta da celiachia comunque è il fatto che la dieta deve essere organizzata in base alle informazioni dettagliate disponibili sugli ingredienti di ciascun piatto proposto a un ristorante o a una mensa o di ciascun prodotto in vendita a un supermercato.

Particolarmente importante è il fatto che il glutine può essere ‘nascosto’ nei cibi, e perfino in alcuni farmaci, come additivo, conservante o aroma.
E’ quindi necessario richiedere informazioni dettagliate su ogni singolo prodotto che si desidera acquistare e utilizzare.
La situazione è notevolmente migliorata negli ultimi anni: molti ristoranti specificano nei menù le portate gluten free e sugli scaffali dei supermercati compare sempre più spesso la stessa dicitura sui prodotti sicuri per le persone celiache.
A Luglio 2006 è stata approvata la legge n.697-B che trasforma la celiachia da malattia rara a malattia sociale e che, tra le altre novità , obbliga tutte le strutture pubbliche a distibuire su richiesta pasti senza glutine.

La diagnosi si effettua con due esami : l’esame del sangue che permette di dosare gli anticorpi AGA (anticorpi antigliadina) e EMA (anticorpi antiendomisio).
L’effettuazione del test genetico ai familiari del celiaco ha portato dati che rilevano un’incidenza tra il 4 % ed il 10% nei familiari di primo grado.

I celiaci non sono assolutamente contagiosi!

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Tommaso Botto

1 comment

  1. […] praticare nelle giornate di martedì e venerdì, dalle 20.00 alle 23.00. …Leggi tutto l'articoloIndovina chi viene a cena: un celiaco!I celiaci, ossia coloro i quali sono affetti da celiachia, vivono tra noi. La celiachia viene […]

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