(Ce) l’hanno fatta! -nel vero senso del termine-.
Con qualche anno di ritardo, sono state inaugurate un mese fa le Latrine Pubbliche di vicolo Brovedan, nel cuore del centro storico di Udine.
Più che nel cuore, in un ventricoletto… il vicoletto è sconosciuto ai più e non gode di gran visibilità, né di ottima fama.
Ma con 300.000 € tondi tondi (con i fondi PISUS, pare una burla ma ne avevamo parlato qui), l’amministrazione Honsell ha così lasciato una sua pregnante testimonianza architettonica che, assieme al folle park di Piazza Primo Maggio, ricorderà alle generazioni future chi era stato Furio Honsell e cosa egli abbia fatto per la città di Udine.
Queste nuove modernissime latrine autopulenti sono, a dir poco, spaziali: porte robotizzate, videocamere all’ingresso e nell’ampio salone interno, luminarie Led, allarmi, pulsanti e sensori in ogni dove…
Pare di farla su di un’astronave, ove non si fa distinzione tra i sessi, in un’avveniristica parità di genere, stigmatizzata addirittura nell’esecuzione delle attività fisiologiche più naturali.
Pur avendo riscontrato che l’essere ‘autopulente’ non è garanzia di igiene e pulizia, abbiamo constatato che mirabolante è pure la procedure d’accesso, seppur discriminatoria.
C’è infatti un costo: 50 centesimi di euro che, a dirla schietta, non rende altrettanto ‘spaziale’ questo gran servizio pubblico.
Ma se si è residenti nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia -e lo si può dimostrare-… rilasciare i propri liquidi, i propri solidi, sciacquarsi, rinfrescarsi, asciugarsi e fare tutto ciò che il timer puntato sui tre minuti concede di fare, è gratis.
Basta strisciare la propria tessera dei servizi CRS. La cosiddetta “tessera sanitaria” e le porte a vetro immediatamente si aprono al pubblico friulgiuliano: ma solo ad esso.
Gli altri pagano.