Grandi marchi italiani svenduti alle multinazionali straniere

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«Algida, Perugina, Eridania, Conbipel, Sergio Tacchini, Zanussi, Ducati e Lamborghini… Iniziata negli anni 70, la “svendita” di grandi marchi italiani non si è più fermata.

italia in vendita

Secondo il rapporto “Outlet Italia. Cronaca di un Paese in (s)vendita” presentato dall’Eurispes in collaborazione con la Uil-Pubblica Amministrazione solo tra il 2008 e il 2012 ci sono stati ben 437 passaggi di proprietà di aziende dall’Italia all’estero.
Per appropriarsi di queste imprese – spesso prestigiose – le multinazionali straniere hanno speso circa 55 miliardi di euro.
E intanto il governo Letta non fa nulla per bloccare questa emorragia».
Il deputato del MoVimento 5 Stelle Aris Prodani, con un’interrogazione, incalza il ministro dello Sviluppo economico Zanonato.

«Invece di stare a guardare l’esecutivo nazionale deve mettere in campo delle iniziative urgenti per sostenere soprattutto quelle imprese italiane, per lo più a conduzione familiare, che costituiscono un vanto per la nostra economia e che operano con grande fatica in un mercato globalizzato a causa di una duplice difficoltà: l’accesso al credito e la continuità produttiva – aggiunge Prodani -. Proprio per questo motivo non devono essere svendute a realtà straniere, interessate soprattutto a delocalizzare la produzione creando seri problemi occupazionali nel nostro Paese».

«Il risultato di questo processo – per niente virtuoso – è, infatti, la perdita di posti di lavoro, di personale specializzato e abbandono degli standard di qualità del prodotto.
Consultando l’ampio database delle 130 grandi aziende italiane cedute all’estero negli ultimi 20 anni è evidente – conclude il portavoce M5S – che questi marchi siano ormai solo “gloriose vestigia del passato, pronti per il museo” sebbene alcuni siano ancora leader di mercato nel proprio settore».

 

Redazione

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