Dopo l’indignazione per la strumentalizzazione politica ed elettorale da parte del Partito Democratico dei simboli del glorioso Corpo degli Alpini, vi proponiamo questa immagine.
E’ tratta dalla home page del sito della Lega Nord di Spilimbergo (Pn) .
La didascalia dice: “ALPINI al gazebo del 10maggio2014. Sindaco, assessori e amici di Pradalunga (Bergamo) Alpini in vista a Spilimbergo”.
La strumentalizzazione politica c’è e gli Alpini col Cappello si son fatti fotografare sorridenti e compiaciuti.
Non c’è il logo dell’Ana come ha fatto furbescamente il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli che sta collezionando una serie interminabile di commenti ‘negativi’ dagli Alpini di tutta Italia (e da quelli delle sezioni estere).
Ecco alcuni di questi commenti, un vero e proprio boomerang elettorale:
“Vergogna … tu ci stai usando per farti bello politicamente. Lascia stare le adunate Alpine , e spera che nessuno si riconosca nel manifesto”;
“grave scorrettezza …ti auguro che gli alpini di Bolzano non ti votino…”;
“Sig. Spagnolli, accostare l’associazione nazionale alpini a un simbolo di partito è un comportamento ignobile. Chieda scusa a chi, in silenzio e tra mille difficoltà porta avanti in modo del tutto gratuito valori che in questa società oramai sono perduti”;
“Usare un’adunata ben riuscita del 2012 per farsi propaganda politica nel 2015 per me vuol solo dire che oltre a quella, non hai fatto nient’altro !!!”;
“Sig. Spagnolli … Non mescoli il sacro con il profano !! LA POLITICA NON HA NIENTE A CHE VEDERE CON GLI ALPINI !!!…”
Ieri l’ANA, la sede nazionale di Milano, s’è svegliata ed ha partorito, dopo un lungo travaglio, un comunicato col quale “deplora con fermezza l’uso strumentale di simboli, immagini ed altro riguardanti gli alpini dell’Ana, per scopi di propaganda elettorale”.
Nel testo si legge anche che “L’Ana pur non avendo strumenti legali per impedire singole iniziative arbitrarie, dissente e disconosce quanti si prestano, violando le indicazioni statutarie, a strumentali giochi di partito”, il tutto a tutela dell’ apartiticità fondante della stessa Associazione Nazionale Alpini” (300.000 iscritti).
I nostri Padri usavano ben altri toni:
“Mettiamo le cose in chiaro. A scanso di equivoci futuri. L’ANA è rigidamente apolitica.
E’ quindi naturale che il giornale che ne è veramente la “voce” segua tale indirizzo.
Ma l’apoliticità non è concepita da noi sotto l’aspetto di quell’atto chirurgico che si usa fra i seguaci di Allah.
La politica dello struzzo non è la nostra.
Sia noto che attaccati, contrattaccheremo. Contro tutto ciò che rappresenta offesa all’onore alpino reagiremo furiosamente.
Tirati per i capelli poco o tanto, depileremo gli avversari. Chiamati direttamente in causa, risponderemo sempre.
E con ciò crediamo di aver ben definita quella che sarà la nostra “virile apoliticità”. Noi non faremo della politica.
L’ANA non ha etichette. Ha soltanto un paio di mostrine. Ed i suoi soci, oltre le mostrine, hanno un paio di altre cose.
Perché come combattenti che hanno fatto la guerra, sentiamo imperioso il dovere ed il diritto di difendere fino all’estremo l’opera nostra.
Noi imponiamo rispetto, dunque. E vogliamo essere rispettati. Perché non siamo politicanti.
Perché la nostra azione è materiata da pura spiritualità. Perchè siamo alpini.”
A confronto del “pezzo” del 1928, il comunicato dell’ANA di questi giorni pare quasi un’omelia, una preghiera.
Mandare a casa direttore e redazione dell’odierno “L’Alpino”?
Cos’è diventata via Marsala? Un Seminario? Una sede distaccata dell’Osservatore Romano?
L’Italia va in vacca e con Essa gli Alpini: è con queste attività da PR che l’ANA odierna reagisce furiosamente?
Ricordiamo che la stessa Associazione ha recentemente radiato, ossia espulso, numerosi personaggi (nel libro “Dovatu Alpin?: quel che l’ANA non dice: sperperi, lettere al veleno e radiazioni all’ombra dell’estinzione” ne abbiamo ‘contati’ sei solo nel periodo dal 2011 al 2013) per questioni che, a confronto, sono da considerarsi di lana caprina, riconducibili alla fattispecie della ‘lesa maestà’.
L’Associazione, forse, non ha gli strumenti legali ma quelli disciplinari indubbiamente sì.
Perché non parte il ‘processino’ nei confronti di Spagnolli che ci risulta essere socio Ana?
L’inno alpino “Valore Alpino” o “33” inizia così: “Dai fidi tetti del villaggio i bravi alpini son partiti”.
Qui bisogna darsi da fare perché quel “son partiti” non diventi “son DEI partiti”.
1 comment
Mattia Uboldi says:
Mag 2, 2015
Gli Alpini del Comando 10° Rgt. del 1928 non erano mica come i loro omologhi odierni: quelle “due cose” ben squadrate sotto i pantaloni ce le avevano, sai, Direttore.
Artigliere Alpino
Mattia Uboldi.