FVG: inchiesta 'mazzata' del Sole24Ore e riforma di Agemont e Promotur

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La fotografia del Friuli Venezia Giulia presentata dal Sole24Ore vista da due Consiglieri Regionali: Sandro Della Mea (PD) e Franco Baritussio (PDL)

E’ titolato “Il bilancio impigliato nelle famiglie“: è un impietoso dossier del quotidiano economico-finanziario che mira a rappresentare i ‘difetti’ della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Non risparmia critiche e ha scosso le coscienze di tanti.
L’orgoglio nordico ne può uscire a pezzi: potrebbe sembrare la cronaca giornalistica di quanto avviene, ad esempio, in Sicilia.
Le due realtà regionali restano differenti ma… siamo pur tutti italiani da 150 anni!

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Secondo il consigliere regionale Sandro Della Mea (PD), già sindaco di Chiusaforte (UD),
“L’inchiesta condotta dalla prestigiosa testata economica sui conti delle Regioni boccia sonoramente la gestione regionale della Giunta Tondo: una rete regionale affidata ai parenti e troppi doppioni nelle società partecipate”.

Così replica Franco Baritussio, vice capogruppo Pdl in consiglio regionale e già sindaco di Tarvisio(UD):
“Non enfatizzerei assolutamente l’articolo della prestigiosa testata economica nazionale, che tenta maldestramente di porre in risalto tutto ciò che di più brutto si possa dire dell’amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia (pare che esista solo il classico ‘mezzo bicchiere vuoto’ e, per di più, sporco…).
Inutile anche chiedersi se si tratti o meno dell’apertura di un pacchetto di iniziative mirate ad avviare la campagna elettorale dell’opposizione in FVG”.

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Tutto vero, anzi verissimo”, incalza il Consigliere Regionale Sandro Della Mea, “e le conferme delle risultanze dell’inchiesta arrivano proprio andando a guardare che cosa fa il Presidente montanaro (ndr: Renzo Tondo) a casa sua, e cioè quando si occupa della sua montagna.
Invece di procedere con una riforma delle Autonomie Locali e in quel contesto ridisegnare il tipo di gestione istituzionale da dare ai comprensori montani persegue obiettivi squisitamente politici e commissaria le Comunità Montane con il risultato di bloccare ogni politica di sviluppo per la gran parte della legislativa e alla fine proporre una formula, e cioè quella delle unioni dei Comuni, che difficilmente potrà migliorare la gestione del territorio come auspicato.
C’erano due società che si occupavano di montagna, Promotur e Agemont, e, dopo una legge di riordino che ha semplicemente rimescolato le carte, poco, per non dire niente, è cambiato.
Tanto per fare della buona semplificazione, avrebbe potuto, come avevamo proposto, costituire un’unica società che accorpi le due principali compartecipate della montagna in un unico Ente di sviluppo, ma Tondo e soci non ne hanno voluto sapere.
All’insegna del tagli dei costi della politica avrebbe potuto per lo meno cancellare i Consigli di amministrazione delle società di amministrazione, ma anche in questo caso si è preferito soprassedere”.

Quindi, secondo Della Mea, riguardo ad Agemont e Promotur ci troviamo di fronte ad un’ occasione di razionalizzazione mancata.

Franco Baritussio non la pensa così:
“Va dato atto che la posizione di Della Mea di riunificare le due società era nota ancora prima della discussione e dell’approvazione della riforma.
Che la soluzione ‘una Spa al posto di due’ andasse nella direzione della semplificazione, non c’è dubbio.
Che funzionasse, soprattutto per rispondere ai seri problemi maturati anche a seguito delle intervenute modifiche normative nazionali e delle conseguenti posizioni assunte da parte della Magistratura contabile, ho invece qualche serio dubbio.
La soluzioni date dalla riforma di trasformazione delle due Spa a prevalente partecipazione pubblica, non moltiplicano in realtà nulla, bensì portano semplicemente dette società “in pancia” a Regione, Friulia e Consorzi industriali.
La scommessa sarà invece, dalla “pancia” di queste strutture madri, far funzionare questi settori strategici per l’economia montana”.

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Della Mea prosegue: “Chi si aspettava un riordino, utile quanto necessario, per la disciplina della partecipazione della Regione a società di capitali, è andato incontro all’ennesima delusione.
Ma per la montagna è andata ancora peggio.
Con i finti interventi riformatori che hanno riguardato Comunità Montane, Agemont e Promotur si è persa una vera occasione di razionalizzazione e semplificazione e a farne le spese, purtroppo, saranno le politiche di sviluppo delle aree montane”.

Per Baritussio, invece, “Quella delle Unioni Montane è una riforma ambiziosa che necessita, per decollare, della massima coesione dei territori e di una fase di avvio accompagnata attentamente dall’amministrazione regionale.
Senza questi due presupposti c’è il rischio concreto di un percorso tortuoso e in salita.

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Tommaso Botto

1 comment

  1. […] proprio perché interviene in uno dei settori strategici di sviluppo della montagna, è sicuramente lodevole ma, purtroppo, chi vuole aderirvi si trova a dover superare un vero e […]

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