In tre anni impegnati 93 milioni di euro tra sostegno alle nascite e Carta Famiglia
Una legge non ancora del tutto operativa.
È il parere espresso dal Comitato di controllo, presieduto per l’occasione da Antonio Pedicini (Pdl), in merito all’attuazione della legge regionale 11 del 2006 sugli interventi a sostegno della famiglia e della genitorialità, modificata nel 2010 con la legge regionale 7.
L’apposito Fondo, da ripartirsi annualmente tra i diversi interventi per la famiglia, vede la propria operatività differita sino al 2014 – è il rilievo mosso dal Comitato e che i consiglieri Ugo De Mattia (LN) e Stefano Pustetto (SA-SEL) riporteranno domani, giovedì 21 febbraio, alla III Commissione consiliare, competente a esprimere un parere sulla prima relazione triennale 2009-2011 redatta dalla Giunta sull’attuazione, appunto, della legge in esame.
L’articolo 24 di detta norma prevede una valutazione dei risultati relativi alla ripartizione del Fondo e dunque ai progetti finanziati; quale sia stato l’orientamento organizzativo dei Comuni; quale, infine, sia stato l’apporto delle famiglie.
Da parte del Comitato di controllo, si afferma che ci sono delle criticità da chiarire quanto all’aver differito al 2014 l’operatività del Fondo; che i Comuni hanno preferito la gestione non associata degli interventi; che l’apporto delle famiglie si riconduce nelle azioni della specifica Consulta regionale e nei progetti presentati dalle famiglie in forma associata e cooperativa, il cui finanziamento per quasi 2 milioni di euro è stato gestito dall’Azienda sanitaria n. 5 Bassa Friulana.
Si tratta effettivamente di un’attuazione incompleta – è stata la risposta della Giunta regionale – perché si è scelto di dare subito alcune risposte prioritarie e a seguire le altre.
Ci sono gli interventi annuali come la Carta Famiglia, altri biennali come quelli per le famiglie numerose e l’attività di formazione, altri infine appunto non ancora attuati.
Inoltre sono due le leggi che sostengono le famiglie, anche la 20 del 2005 per la prima infanzia, perciò la valutazione dovrebbe essere compiuta nel suo insieme.
Il triennio 2009-2011 è, di fatto, il primo di attuazione della legge 11.
Guardando alle risorse regionali – si parla di quasi 53 milioni di euro totali – si evince che nel 2009 sono stati impegnati 7,85 milioni di euro a sostegno delle nascite; 2,4 milioni ai Comuni per la Carta Famiglia e 200.000 euro in convenzione all’ASS n. 5. Le cifre e i progetti sono quindi aumentati nel 2010: quasi 4,46 milioni sono andati al sostegno alle nascite; alla Carta Famiglia vanno quasi 11,23 milioni per i contributi per l’energia elettrica e 3 milioni ai Comuni; oltre 2 milioni alle famiglie numerose; 229.900 euro all’ASS n. 5. Guardando al 2011 il sostegno alle nascite scende un po’ con 4,334 milioni di euro; nell’ambito della Carta Famiglia per l’energia elettrica si finanziano 10,5 milioni e ancora 3 vanno ai Comuni; 500.000 euro sono per le gestanti in difficoltà e 1.121 alle famiglie numerose; i progetti delle famiglie hanno 1.999.230 euro. Calcolando i totali, il finanziamento 2009 è stato pari a 10,45 milioni, ai quali vanno aggiunte le risorse per la prima infanzia, ovvero altri 13.309.000 euro, per un importo di 23.759.000 euro; il finanziamento 2010 è stato di 22.139.396,72 euro a cui aggiungere 13.490.913,06 euro per la prima infanzia, totale 35.630.309,78; il finanziamento 2011 parla di 20.374.982,43 euro più altri 14,2 milioni, ovvero 35.574.982,43 euro.
In tutto, 52.964.379,15 euro più 40.999.913,06 euro per la prima infanzia, pari a 93.964.292,21 euro.
Per quanto riguarda i progetti delle famiglie associate – ha sottolineato ancora la Giunta, parlando di vera novità – la risposta è stata molto forte con 152 domande presentate, 123 le ammesse e più di 6.000 famiglie coinvolte.
Intanto quelle che beneficiano della Carta Famiglia sono 50.000.
Dall’esame della relazione triennale 2009-2011 sull’attuazione della legge regionale 11 del 2006 a sostegno della famiglia e della genitorialità emerge come tale norma non sia ancora completamente attuata.
Ciò che manca – rileva Sergio Lupieri, consigliere regionale del PD – è un’analisi sugli interventi finanziati, mancanza che rende tutto scollegato e non ben definito, ovvero non c’è una conclusione progettuale che faccia capire come la famiglia diventi un generatore di socialità all’interno della comunità migliorandone la sussidiarietà stessa.
Il piano triennale degli interventi – è l’opinione di Lupieri – dovrebbe poi assicurare l’organicità dell’azione regionale sull’attuazione delle politiche per la famiglia, ma rischia di essere in conflitto con la struttura amministrativa dedicata, creata presso l’Azienda sanitaria n. 5.
Si registra, quindi, uno scollamento tra l’attività del Consiglio delle Autonomie locali e della Consulta regionale della famiglia, protagonisti del Piano triennale, e il Servizio competente, con inevitabili ripercussioni negative sulla completezza dei servizi erogati.
Si riscontra pure una difficoltà nel manovrare gli strumenti programmatori della Regione – prosegue Lupieri – affidati a Direzioni diverse, che la Giunta Tondo non è stata in grado di mettere in rete e di far parlare tra di loro su obiettivi condivisi. Mancano, così, sinergie tra le Direzioni che si occupano di temi quali casa, lavoro, salute, famiglia, istruzione, che appartengono tutti al sistema dei servizi sociali ma sono costretti a viaggiare su binari diversi.
Certamente la Giunta Tondo avrebbe potuto fare meglio e di più per sostenere le famiglie, specie in un momento economico così difficile.
Sono stati persi cinque anni per dare contenuti più completi anche alla Carta Famiglia, sempre ferma sull’abbattimento dei costi per l’energia elettrica, lasciando inespresse tante potenzialità per cui era nata, quali l’abolizione dei ticket sulle prestazioni e sui farmaci per famiglie numerose o indigenti, la riduzione del costo delle tariffe di acqua e gas, interventi su beni e servizi, e via dicendo.