FONDI UE: 80mila Euro per l’uccello (e dune cementate)

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L’Europa delle contraddizioni e delle spese folli: l’ennesimo esempio.

02 ITA-SLO uccello Bibione Pineda

Il Giardino Mediterraneo della Venezia Orientale rientra nel progetto europeo SIGMA2, nell’ambito di quel mare magnum di finanziamenti della programmazione Italia-Slovenia (2007-13) del quale abbiamo ampiamente svelato i bizzarri retroscena gestionali, che hanno peraltro comportato un milionario disimpegno automatico.
Questo Giardino Mediterraneo è stato realizzato a Bibione Pineda, Comune di San Michele al Tagliamento (VE), in prossimità della foce di Porto Baseleghe, in un’area che rappresentava uno dei rari contesti litoranei che hanno mantenuto importanti elementi di naturalità.

La tutela della biodiversità degli habitat litoranei presenti, leggiamo sulle eleganti brochures prodotte all’uopo, sarebbe stata realizzata attraverso azioni di salvaguardia, riqualificazione e valorizzazione, in particolare delle dune, le ultime dune rimaste dell’Adriatico Settentrionale.
In particolare, le dune sarebbero state ripulite dalle specie alloctone (piante non originarie del luogo) e sarebbero state realizzate delle “fascinate” con rami intrecciati per favorire la cattura ed il deposito della sabbia trasportata dal vento e permettere così la formazione di nuove dune; inoltre, sarebbero state inserite piante erbacee, arbustive ed arboree tipiche della fascia delle dune più interne.

03 ITA-SLO uccello Bibione Pineda

Al fine di tutelare gli habitat dunali presenti, in corrispondenza delle aree di maggior pregio ambientale i percorsi di visita ed attraversamento sarebbero stati delimitati da staccionate.
Lungo i percorsi, lasciati in parte in terreno naturale ed in parte attrezzati con tavolato removibile ed “isole d’ombra” per la sosta, sarebbero inoltre stati posizionati dei cartelli illustrativi, che informano e sensibilizzano i visitatori sui valori ambientali delle aree attraversate.

01 ITA-SLO uccello Bibione Pineda
Di tutto ciò, ossia di quanto si legge su carta, l’occhio umano vede, nella realtà, solo una cosa: un buffo uccello di legno, sulla sabbia, che funge da tabella, con la descrizione dei luoghi e la solita nuvola di loghi e loghetti che contraddistinguono i mille rivoli di finanziamenti europei che, ci preme ricordarlo, sono soldi della collettività.
Quest’uccello è solitario: non ci sono staccionate, non vi sono fascinate, c’è effettivamente qualche mucchio di ramaglie ma sembrano più relitti portati dal mare o prodotti di qualche rapida pulizia della spiaggia. Per quanto riguarda le piante… beh… vi sono le solite ‘erbacce’ che si trovano in queste zone: fortunatamente queste hanno resistito alla ‘pulizia’. Di dune vi è forse qualche mucchio di sabbia di venti-trenta centimetri, in balìa della Bora o dello Scirocco: una duna vera e propria qui, in verità, non vi è mai stata.
Insomma: nulla è cambiato da com’era ed è sempre stato negli ultimi decenni questo pezzetto di litorale ancora ‘intatto’. Nulla, tranne l’uccello di legno.
Quest’uccello è costato € 78.240 IVA inclusa, è stato eseguito dall’impresa Vivai De Sero Filippo, dietro progetto di AGRI.TE.CO. Sc Ambiente. La comunicazione (!) è stata curata da Donneuropee Formazione & Marketing: una comunicazione debole, visto che abbiamo impiegato giorni a trovare alcune informazioni essenziali.

Ma l’aspetto ancor più paradossale di questa vicenda è un altro.

Queste presunte dune (un campo di sabbia con erbacce) se ne stavano lì tranquille, diciamo così, perché questa spiaggia, attigua ad un porto e a ridosso di un capeggio (Camping Capalonga), non è edificabile e non è nemmeno attrezzata: al posto dell’uccello, sino ad un paio di anni fa, vi era addirittura una tabella metallica che avvisava del divieto di balneazione.
Quindi, nessuno ‘toccava’ le dune e nessuno aveva interesse a farlo: ogni tanto, d’Estate, gruppi di turisti vi accendevano qualche falò con la legna abbandonata dal mare sulla battigia…
Un paio di chilometri più ad Est invece… c’era una vera duna, lunga un paio di centinaia di metri, alta e coperta di vegetazione.

06 ITA-SLO dune Bibione Pineda
C’era: perché, negli anni, limala lì e limala là, era stata ridotta in due monconi, per far spazio all’ampliamento, sotto forma di ‘razionalizzazione’, dello stabilimento balneare “Ex-comunale”, in concessione alla locale azienda turistica.
I due monconi non vi sono più: questa Primavera gli è stato dato il colpo di grazia.

06 ITA-SLO dune Bibione Pineda PARK HOTEL
Infatti, a conclusione del faraonico e tribolato ampliamento del Park Hotel, del quale abbiamo già parlato parecchi anni fa e che s’è mangiato una bella fetta di genuino “habitat litoraneo” per far spazio alla piscina, la duna è stata spianata e ricoperta da una pista ciclabile, con tanto di aiuole ed altre costruzioni cementizie, ad impatto ambientale totale.
Ciao ciao duna!

05 ITA-SLO dune Bibione Pineda

Però hanno piantato il cartello naturalistico che ‘reclamizza’ il ginepreto autoctono: mai visti ginepri in loco…
Bravi e basta! Come il vero Veneto muove l’economia!

08 ITA-SLO dune Bibione Pineda

Ed è così che sono stati spesi questi soldi ‘europei’: per fare un uccello di legno da 80mila euro a difesa di una duna che non è mai esistita e, contemporaneamente, chiudere non due ma quattro, otto, sedici occhi, dove invece si sarebbe dovuto concentrare attenzioni e tutele o, per dirla con le eleganti brochures, “salvaguardia, riqualificazione e valorizzazione”.

07 ITA-SLO dune Bibione Pineda
Ha senso tutto ciò?

Tommaso Botto

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