Dopo 25 anni di Fondi UE Italia-Slovenia, si spopola il confine

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L’unico desolante risultato pratico emerso dal convegno “ITA-SLO: Building bridges between cross-border experiences 2007-2013 and perspectives 2014-2020″, tenutosi ad Udine il 9 giugno 2016.

italia-slovenia 25 anni

Il convegno è iniziato mezz’ora in ritardo. Alle prima battute Laura Comelli, Autorità di gestione, si è impappinata con un “Italia-Serb.. Slovenia”. Ha quindi accennato a “fasi complesse” della passata edizione del Programma.
La retorica ha fatto da padrona per tutta la giornata, estenuante, con i relatori avvicendatisi in continui e melensi ringraziamenti reciproci, riguardo al settennato passato (2007-13) ed ai ‘primi’ lavori per avviare, in estremo ritardo, quello in corso (2014-20).

In queste prime, tardive, tornate, si mettono a disposizione oltre 32 milioni di euro, con la pubblicazione dei primi quattro bandi del Programma di cooperazione transfrontaliera Interreg V-A Italia-Slovenia (resi pubblici in seguito, il 15 giugno, con scadenza fissata al 14 settembre).
Si è sottolineato che questo programma ha compiuto 25 anni, tanti quanti l’anniversario dell’indipendenza della Slovenia (auguri!).

Dalle relazioni è emerso come l’Interreg corrente si differenzi dal precedente per alcune importanti novità: il nome innanzi tutto, con il ritorno alla denominazione ‘INTERREG’.

In particolare, tra le novità salienti, è stata ridotta la zona geografica di riferimento, con l’esclusione dell’Emilia Romagna (assente al convegno): rimangono quindi all’interno del Programma il Friuli Venezia Giulia e cinque regioni statistiche della Slovenia, mentre la Regione Veneto è coinvolta solo per l’area della Provincia di Venezia, tornando in questo modo alla configurazione degli Interreg II e III.

italia-slovenia 2014-20

La seconda principale novità riguarda l’introduzione dello strumento, denominato “Investimento territoriale integrato (Iti)”, che interessa i comuni di Gorizia, Nova Gorica e Sempeter-Vrtojba. Questi tre soggetti, che nel 2011 hanno costituito il Gruppo europeo per la cooperazione territoriale (il famosissimo Gect GO), avranno la possibilità di affrontare le sfide comuni delineate in passato, attraverso la condivisione di un finanziamento totale di 10 milioni di euro gestito in autonomia dal Gect e finanziato direttamente dal Programma.

Questo nuovo meccanismo sarà testato con due azioni pilota denominate “Isonzo-Soca” e “Salute”. La prima mira alla conservazione, alla promozione e allo sviluppo del patrimonio naturale e culturale, mentre la seconda punta all’ulteriore rafforzamento della cooperazione istituzionale e transfrontaliera nel campo della Sanità (tipo l’insana iniziativa di chiudere il Centro nascite di Gorizia e mandare le partorienti in Slovenia…).

Le altre novità, più di natura formale che di contenuto, riguardano la modulistica e la semplificazione delle categoria di spesa. Per il resto, la strutturazione del Programma V-A non è molto diversa dagli schemi dei settennati precedenti. Gli organismi di gestione e di controllo, in primis il Comitato di Sorveglianza, rimangono gli stessi, sebbene la loro composizione sia ovviamente cambiata a seguito dei nuovi nominativi proposti dalle istituzioni coinvolte. Da notare che le Autorità di Gestione, di Certificazione e di Audit sono ancora in capo alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

A rappresentare la Regione FVG, l’assessore alle Finanze e alla Programmazione delle Politiche economiche e comunitarie Francesco Peroni che ha aperto i lavori (“Si tratta soprattutto di sostanza” però è importante “l’accezione teleologica del fine”) assieme ai rappresentanti della Slovenia, dalle quali si è avuta l’unica sintesi di quanto fatto (e successo, con periodici mormorii da parte dell’uditorio) nel periodo precedente del programma: “Sono stati attivati 87 progetti che interessano circa 1.000 istituzioni”, “1/3 della popolazione UE è di confine”, “riguardo ai risultati, non si tratta solo di ponticelli e di piste ciclabili”, “nonostante le difficoltà affrontate nel periodo precedente…”, “non tutto è andato come avremmo auspicato e voluto”.

La regione Veneto (Zuccon, da 25 anni responsabile interreg), “fa parte di Italia-Slovenia dalla prima edizione”: “siamo tornati alla formula INTERREG, se la commissione non muoverà obiezioni”, “per il 2007-13, abbiamo ottenuto buoni risultati per 136 milioni €”.
Una cifra, quest’ultima, che ha diffuso un certo smarrimento nell’auditorium, in considerazione del disimpegno automatico (per complessivi 8 milioni di euro di cofinanziamento UE e Stati membri) già ‘contabilizzato’ dalla Commissione Europea e del quale non si è mai parlato durante il convegno.

01 DISIMPEGNO ITA-SLO

Ma, al di là dei saluti autoincensanti, è stata la prima relazione, affidata al Capo unità di cooperazione transfrontaliera Interreg della Commissione europea Agnes Monfret, a dare l’unica importante notizia.
Nel suo intervento (una recita a memoria, con una sostanziale contraddizione con le slides, soprattutto mentre accennava alla consapevolezza dell’INTERREG Italia-Slovenia, sottolineando l’awareness soprattutto tra i giovani, anziché tra le fasce più mature) oltre ad elencare le principali caratteristiche della collaborazione tra Paesi, ha voluto ricordare come il suo lavoro in seno alla Commissione sia iniziato proprio seguendo specificatamente la programmazione tra Italia e Slovenia (“La mia prima esperienza di coesione”): “1/3 del bilancio UE è destinato agli INTERREG che interessano 1/3 della popolazione dell’Unione Europea”; quindi ha accennato ai “problemi, all’inizio del 2007-13 vi furono discussioni non facili”.

La notizia?
Eccola: benché “INTERREG venne creato per superare handicap delle regioni di confine”, eppure, “la popolazione al confine tra Italia e Slovenia è diminuita”.

Quindi, se l’interprete ha tradotto fedelmente: da 25 anni qualcuno gioca con questi strumenti finanziari milionari (dei quali sinceramente, come risultati pratici, non vediamo se non tabelle e ponticelli) che avrebbero dovuto rafforzare la coesione transfrontaliera ma, paradossalmente, la zona di confine (letteralmente transfrontaliera) si sta inesorabilmente spopolando…

E, quindi, un laconico: “speriamo che la popolazione non diminuisca ulteriormente” ha lasciato poi lo spazio ai “nuovi strumenti ITI-CLLD, capisco che sono nomi terribili, ma GO-NOVA GORICA è un test case molto importante da 10 milioni €”.
Ovviamente, “la comunicazione, ex ante ed ex post, è molto importante”, “non è facile gestire i progetti”, “necessaria credibilità, necessario presentare risultati ai ministri delle finanze”, “importante ritorno al marchio INTERREG, col brand ‘coesione’ è stato molto difficile… ma “nell’Eurobarometro è al 7° posto (49%), sopra media”.

eurobarometro italia-slovenia

Con un “necessario approccio bottom-up” la platea smarrita ha iniziato a controllare nervosamente gli orologi…

Come è noto da Gennaio, la dotazione finanziaria totale dell’Interreg V-A Italia-Slovenia 2014-20 ammonta a quasi 92 milioni di euro, di cui 78 milioni dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale e poco meno di 14 milioni dal co-finanziamento pubblico e privato: il ritardo è dovuto ad alcune osservazioni presentate dalla Commissione al progetto inizialmente presentato a Bruxelles.

I nuovi finanziamenti sono articolati in quattro assi principali, denominati in base alla natura dei progetti che si intende finanziare: Promozione dell’innovazione e della competitività, Transizione verso una società a bassa emissione di carbonio, Miglioramento dello sviluppo della governance transfrontaliera, nonché Tutela e promozione delle risorse naturali e culturali.
Quest’ultimo è il capitolo al quale è destinata la fetta maggiore dei finanziamenti.

Le ore successive del convegno sono state orientate all’illustrazione di specifiche tecniche, soprattutto del sito web e delle modalità di contatto. Ore interminabili, una lotta contro gli sbadigli.
Gli atti del convegno sono pubblicati qui: http://www.ita-slo.eu/notizie_ed_informazioni/notizie/2016061014025144/

Tommaso Botto

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