Disoccupazione: che fare? Il consiglio di Renzo Tondo

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Tanti convegni, seminari, conferenze e indagini sulla disoccupazione e poi?
C’è il buffet
, si mangia, si beve e ci si dimentica delle tragedie umane che si consumano quotidianamente.

Essere disoccupati è proprio brutto: mancano risorse economiche, manca l’autostima, tutto è grigio e tutto trasuda ansia fredda.

Dal lato pratico (trovare un lavoro), uno/a si deve arrangiare.
E non è per nulla facile trovare occupazione mentre le aziende tagliano posti e il conto in banca si assottiglia quotidianamente.
Ci sono strumenti pubblici finalizzati a farti galleggiare (non morire di fame) ma trovare un lavoro, magari stabile, è un sogno per tanti.

Abbiamo chiesto a Renzo Tondo, presidente del Friuli Venezia Giulia, che cosa farebbe se fosse nella malaugurata situazione di un disoccupato (lui che certamente non lo è!) con famiglia, da parecchi mesi, che non trova sbocchi ed ha bussato a tutte le porte.

Non mi arrenderei.
Da un lato andrei subito dal sindaco del mio comune per capire quali livelli assistenziali possono darmi per i miei figli, almeno la scuola, la mensa, quelle cose che comunque il sistema pubblico in qualche modo dà; e poi continuerei pervicacemente, sbattendo la testa anche contro il muro, a cercare tutte le soluzioni possibili, non solo sul territorio ma anche fuori, cercherei di adeguarmi a capire quali sono le professioni che ancora oggi hanno bisogno di professionalità”.

Dal lato pratico, che farebbe per rioccuparsi?

“Non rifiuterei nulla, non rifiuterei nessun tipo di lavoro.
Mi viene in mente una banalità: fossi un disoccupato nel mio paese, la città di Tolmezzo, so benissimo che una delle professioni che manca è il barbiere, ecco…; mi attrezzerei a fare qualsiasi cosa.
Andrei a offrirmi a fare il cameriere in qualche ristorante, anche a nero, so che dico una stupidaggine ma, siccome il mondo è fatto così e lo farei. Ovviamente non perdendo di vista quelle che sono le opportunità di un lavoro definitivo e serio.
Però non mi fermerei e come prima cosa mi riferirei al sindaco del mio comune perché mi vengano garantiti i diritti per i miei figli, per la scuola, per i trasporti, per i libri etc.”

E se Lei fosse un disoccupato iper-specializzato, quale obiettivo si darebbe..?

“Assolutamente darsi da fare.
Nella vita privata faccio il ristoratore (anche adesso): la sera dell’ultimo dell’anno, avevo un gruppetto di persone a dormire. Siccome ho visto che i miei dipendenti erano stanchi, ho fatto il cuoco io per diciotto persone, mi son fatto dare solo una lavapiatti e ho cucinato e, tra l’altro, sono stato assolutamente rilassato e tranquillo, mi sono sentito bene e se potessi stare una settimana nella cucina del mio albergo lo farei volentieri, per liberarmi la testa; ma questa è un’opportunità che ho perché sono titolare di un albergo.
Però non mi sono sentito assolutamente sminuito.
Anche quando ero sindaco della mia città, che era comunque una posizione in vista, era assolutamente facile trovarmi tra i tavoli del mio ristorante a fare il cameriere, ero orgoglioso di farlo.
È chiaro che chi ha una laurea, una specializzazione, giustamente ha studiato per quel motivo però i momenti sono tali che ti costringono sostanzialmente a guardarsi in giro.
Consiglierei questo: di non fermarsi davanti a nulla, di non scoraggiarsi, di prendere tutte le occasioni perché poi nel momento in cui meno te lo aspetti l’occasione viene buona.
Faccio un esempio: ero sindaco (1990-95); c’era un signore che aveva deciso di interrompere gli studi seminariali, aveva scelto di cambiare la propria vita, trovando la morosa…
E questo signore, che aveva chiaramente grandi relazioni, sapeva parlare, muoversi etc. venne da me a chiedermi “Che cosa devo fare?”.
Mi capitò l’occasione che in una piccola azienda del tolmezzino, cercavano un giovane che fosse disposto sia a caricare il camion con il muletto che, nelle ore vuote, a pulire l’ufficio, a rispondere anche al telefono, fare una fatturazione, ad andare a fare consegne.
E questo signore, che era vicino ormai alla laurea in teologia, ha accettato questo, l’ha fatto per un anno e mezzo e adesso è dirigente in un’azienda”.

Tommaso Botto

8 commenti

  1. […] – conclude Alessia Rosolen – che alla luce della delicata congiuntura economica e delle sofferenze occupazionali del Friuli Venezia Giulia, fossero illustrati quali provvedimenti normativi, al di là […]

  2. […] presidente della Regione Renzo Tondo ha illustrato oggi ad Amaro (Udine), nella sede dell’Agemont, ai sindaci dei 104 Comuni […]

  3. […] sta nell’istituzione del Pubblico Registro dei portatori di interessi particolari, nuova opportunità, peraltro, di lavoro. I requisiti: venticinque anni d’età, non aver riportato condanne per reati contro la […]

  4. […] – dichiara l’assessore regionale al Lavoro e alle Pari opportunità Angela Brandi – esprimo il mio  apprezzamento al fatto che si è cercato […]

  5. […] “Giovani senza lavoro, aziende in crisi profonda, famiglie costrette ai salti mortali. E immigrati ricoperti di soldi pubblici. Ormai a Pordenone siamo al razzismo al contrario. La Lega Nord chiede di azzerare il fondo immigrazione e destinare quelle risorse per incrementare gli ammortizzatori sociali a favore dei cittadini che hanno perso il lavoro”. […]

  6. […] sono i commenti che si è sentito dire il disoccupato di turno dall’impiegata di Workopp Spa di Udine. Lo chiameremo Alvise, a tutela della sua privacy. […]

  7. sara says:

    Mar 18, 2012

    Rispondi

    Ma…, qualcuno spieghi a Renzo Tondo (parente di Renzo Piano?) che nessuno assume laureati, perché troppo capaci di pensare con la propria testa? La storiella che ha raccontato è di ben altri tempi!

  8. […] voto di oggi prova ancora una volta la grande attenzione che la Giunta regionale e la Maggioranza hanno per il tema dell’occupazione in questo momento […]

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