Solo tre progetti su 90 del programma Italia-Slovenia sono in fase di conclusione: a rischio oltre 30 milioni di euro, 8 già persi. I responsabili, per la giunta Serracchiani, sono il terremoto dell’Emilia e la crisi economica. La contabilità creativa, numerose proroghe e le pastoie burocratiche procrastinano a Giugno l’istruttoria della Commissione Europea.
All’interrogazione del consigliere FVG Pustetto (SEL) ha risposto l’assessore Torrenti, leggendo la risposta dell’assessore Peroni, assente.
La debacle della Regione Friuli Venezia Giulia, Autorità di Gestione per i fondi FESR dei progetti Italia-Slovenia, è conclamata.
L’interrogazione a risposta immediata è stata chiara: perché non sono stati raggiunti i target di spesa? Le difficoltà erano note, lo stesso ministro Tremonti aveva rilevato il problema del disimpegno, tanta acqua è passata sotto i ponti (parliamo di un programma di sette anni, dal 2007 al 2013), com’è possibile che si debbano restituire tutti questi soldi? Soprattutto in un periodo di crisi nera come quello attuale? Di chi è la responsabilità?
Risposta della giunta Serracchiani:
“Il disimpegno automatico dei fondi è una regola comunitaria che interviene in riduzione del piano finanziario qualora la spesa rendicontata al 31 dicembre di ogni anno sia inferiore alla quota dell’annualità di riferimento.
Programma Italia-Slovenia: il disimpegno non ha trovato applicazione sino al 2011; per il 2010 la commissione europea ha approvato la deroga applicativa una tantum, posticipando la rendicontazione del 2010 al 31.12.2011.
Per l’anno 2011 il target di spesa è stato superato (102,5%).
Riguardo al 2012, a fronte del target cumulato da raggiungere entro 31.12.2012, pari ad euro 26.382.964,21€ (FESR), l’obiettivo di spesa raggiunto a fine anno ha segnato un dato negativo di 2.454.495,46€; la regione è intervenuta presso la commissione europea con una serie di note formali per richiedere la sospensione del disimpegno e dopo oltre dieci mesi di fitte interlocuzioni, la commissione ha accolto la richiesta di sospensione per causa di forza maggiore (art.96 regolamento 1083 del 2006).
La commissione ha ricononociuto solo gli effetti diretti che il sisma ha prodotto nel maggio 2012 su parte dell’area di programma (Emilia Romagna e Veneto) valorizzati in 2.296.155,00 € (FESR) e non quelli indiretti, rilevati a livello di partenariato non localizzati nelle zone del sisma e contabilizzati in 2.129.297,41 di quota.
Si è registrato già per l’anno 2012 un disimpegno pari a 158.340 €.
Tale riduzione è stata assorbita mediante quota parte di fondi disponibili non allocati nel programma, senza dover intervenire presso i beneficiari mediante rideterminazione finanziaria dei progetti.
2013, atteso l’accoglimento della richiesta di sospensione del disimpegno 2012, il target cumulato e da certificare entro il 31.12.2013, ha subito un incremento, attestandosi a 40,938,749,01€.
Il programma ha chiuso il 2013 con differenziale negativo di 8.586.719,42 €.
Dei 90 progetti finanziati nell’ambito dei tre bandi (2008, 2009, 2011), 16 progetti strategici, 51 progetti standard etc., a oltre tre anni dalla sottoscrizione, solamente tre interventi sono in fase di chiusura: per numerosi progetti è stata concessa una proroga del termine di conclusione e oltre 170 sono state le modifiche progettuali approntate.
Dall’andamento della spesa progettuale risulta per l’avvio dei progetti e la messa a punto dell’attività un tempo medio da 6 a 12 mesi: fattore indubbiamente problematico ex-ante.
Nonostante gli sforzi profusi, di cui la regione disponendo ampia evidenza documentale, la crisi economica ed altri fattori endogeni hanno fortemente inciso sulla capacità di spesa dei beneficiari, al di sotto delle loro stesse previsioni annuali (che per 2013 ammontavano a 40.938, 749,01 €).
Tutti gli interventi hnno permesso di contenere sinora il disimpegno: si parlava in giunta di 31 milioni di euro ora ridotti ad 8.
La regione ha già provveduto a formulare la richiesta di sospensione della regola di disimpegno automatico alla Commissione Europea ed entro Giugno gli uffici comunitari dovrebbero riscontrare l’istanza ed avviare la relativa istruttoria”.
Pustetto replica così:
“Si conferma quindi che dovremo restituire questi importanti capitali. La cosa però era nota, bisognava agire a monte. L’Italia è tra i Paesi che pagano di più e che prendono di meno. Non possiamo ogni volta chiedere deroghe”.
L’edulcorazione dell’assessore competente ci pare spregiudicata: prossimamente pubblicheremo i dettagli analitici di alcuni progetti, l’elenco dei beneficiari e i tanti casi di conflitto d’interesse dei project manager, nonché la lunga lista di consulenti esterni messi in libro paga dalla Direzione Relazioni Internazionali della regione FVG.
La stessa Autorità di Gestione è a rischio: fonti UE mormorano di una possibile assegnazione dell’Autorità di Gestione dal Friuli Venezia Giulia alla Slovenia, nonostante i continui proclami della presidente Debora Serracchiani e le promesse di candidati alle Europee, intrise di vacuo idealismo europeo ma prive di sostanza tecnico-operativa, come da recenti dichiarazioni della senatrice PD Isabella De Monte.