Il PIL italiano del 2008 è stimato in 1.323 miliardi di euro: il Bel Paese si aggiudica così il 10° posto della graduatoria mondiale. Dicesi debito pubblico il debito che lo Stato centrale contrae con individui, imprese, banche o soggetti stranieri, che hanno sottoscritto obbligazioni (come BOT e CCT) destinate a coprire il fabbisogno finanziario statale. Il rapporto tra il debito pubblico ed il Prodotto Interno Lordo costituisce un importante indice della solidità finanziaria ed economica di uno Stato.
Nel caso dell’Italia il debito pubblico è enorme: a marzo 2009 ha raggiunto i 1.741 miliardi di euro.
Questo record fa sì che i neonati italiani vengano al mondo già indebitati di 30.000 euro: un bel battesimo.
Le passività dell’Amministrazione Centrale sono pesantissime: se lo Stato fosse un’azienda avrebbe già chiuso da mò..
Tutta la classe politica predica sulla necessità di contrastare questa ingorda escalation e tutta immensamente ci razzola; anziché diminuire, il debito accenna negli ultimi anni a salire ancor più: il Dipartimento del Tesoro della Banca d’Italia dice che ammonta al 105,4 % del PIL, anche se dividendo le cifre qua sopra, si sta attorno al 130%. Mah!?.
Lo Stato spende più di quel che dovrebbe e nasconde il peccatuccio. In che spende?
Senza demagogia e limitandoci ai parlamentari (www.camera.it): Trattamento Economico: l’indennità è corrisposta per 12 mensilità; l’importo mensile è pari a 5.486,58 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 784,14) e assistenziali (€ 526,66) della quota contributiva per l’assegno vitalizio (€ 1.006,51) e della ritenuta fiscale (€ 3.899,75): oltre 11.000 euro lordi. In più: viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, la diaria di 4.003,11 euro mensili. Inoltre: a titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza; i deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.
Non è finita qui: per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km; i deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche.
Totale: 20.000 euro e spiccioli da moltiplicare per 945 tra deputati e senatori, quasi venti milioni di euro ogni mese, di tasca nostra. Sono previsti anche assegno di fine mandato ed assegno vitalizio.
Questa cifra non comprende eventuali compensi aggiuntivi lordi per la partecipazione a gruppi parlamentari e/o a commissioni di inchiesta, come d’altra parte non comprende i benefits di auto blu (una auto blu costa in media 73.000,00 l’anno), scorta (costo a carico del Ministero degli Interni ) e dotazione di uffici e personale (solo Montecitorio conta oltre 4.800 impiegati).
Il Parlamento è solo la punta dell’iceberg: Regioni, Provincie, Comuni, Circoscrizioni, Enti, Entucci, Ministeri, Funzionari, Segratri, uscieri… con tanti, troppi benefit.
Lo Stato si autocontrolla: pur di spendere, tutti bipartisan!