Se l’NSA archivia illegalmente informazioni su tutti, l’ASS4 Medio Friuli ha lasciato su internet i reclami elettronici di decine di pazienti: lamentele con nome, cognome, indirizzo, telefono ed e-mail, oltre a, ovviamente, le patologie, i disturbi e tanti dettagli estremamente riservati. Basta giocare con il link della pagina dei reclami, modificando a piacimento un paio di numeri, premere invio e ci si imbatte nella privacy altrui.
Scopriamo così che la tal pediatra dovrebbe forse passare a veterinaria; che un noto oculista prescrive gli occhiali sbagliati (560€); che la dottoressa ginecologa ‘nome e cognome’ intima alla paziente -che ha poi abbandonato il lettino senza concludere la visita- di non lamentarsi in quanto “non è più vergine e non può più farle male”; che l’infermiera ‘nome e cognome’ telefona a casa dei pazienti chiedendo mille euro; che la Guardia Medica non c’era; che la Guardia Medica era ‘alticcia’…
Non è detto che sia tutto vero ma lo spaccato che offrono questi documenti non è molto lusinghiero.
Per leggere alcuni di questi moduli ci vuole il pelo sullo stomaco: un padre distrutto (nome, cognome, mail etc.) s’era opposto alla dimissione del figlio tossico perché, di nuovo a casa, è istantaneamente tornato a farsi; che la signora XY non soffriva di emicrania ma che vi erano lesioni cerebrali che la neurologa non ha considerato perché non aveva con se il portatile per leggere il cd; che il CSM e gli assistenti sanitari a domicilio hanno somministrato gli psicofarmaci sbagliati e non viene fuori il responsabile (e chi presenta la denuncia è infermiera professionale); che la signora Tal dei Tali, seppur giovane, ha subito un’amputazione per un tumore e segue cicli di chemio e radio-terapia ma per avere il contrassegno d’invalidità per l’auto non basta la cartella medica, serve una visita specialistica in data x; che un signore di 87 anni di San Daniele del Friuli, privo delle gambe, viene dimesso senza la prescrizione per i suoi soliti farmaci e si ricopre di piaghe…
Informazioni terribili e, soprattutto, personali.
Traspare poi tutto un turismo sanitario, la caccia all’ospedale o all’ambulatorio dove la lista d’attesa è più breve perché, come dice un signore di Moruzzo, non ha senso effettuare le analisi un giorno ed un controllo endocrinologico più di un anno dopo; e molti si lamentano di estenunti attese mentre si odono risate e scherzi oltre le porte (con i riferimenti espliciti a ambulatori, medici ed infermieri); e visite rimandate più volte per i classici corsi di aggiornameno; e i medici non si lavano le mani.
Non è detto che sia tutto vero ma di certo vi è un fatto: che le informative sulla privacy di Insiel (l’azienda regionale che amministra la rete informatica) sono nei fatti disattese, in una sconcertante negazione della promessa che “Per il trattamento dei dati verranno utilizzati supporti idonei a garantire la sicurezza e la riservatezza” e che “I dati rilevati saranno comunicati solo ai soggetti che possono essere coinvolti nella verifica delle circostanze segnalate. Tali soggetti sono tenuti alla riservatezza nell’ambito degli altri servizi dell’Azienda”.
Questo il link (asteriscato, a tutela della privacy), affinchè chi di dovere provveda a rimuovere questi file dalla rete pubblica:
http://portale.ass4.sanita.fvg.it/servlet/page?_pageid=90&_dad=portal34&_schema=PORTAL34&act=17&id=****
– DOVATU è su Facebook –
2 commenti
Tommaso Botto says:
Ott 7, 2013
alle 16.50 sono state rimosse le pagine ‘pubbliche’. era ora.
Mattia Uboldi says:
Ott 8, 2013
Ad ogni modo, quello che preoccupa è se quanto scritto sia vero o no. Che la Sanità faccia acqua da tutte le parti è un fatto e che chi in quell’ambito sbaglia, causando sofferenze inaudite ai pazienti, non paghi è un fatto pure quello. Questo è il frutto di un egalitarismo e protezionismo sindacale che andrebbero cancellati dal tessuto della Nazione.
Ciò detto, non va fatta di tutta un erba un fascio, naturalmente, ma c’è da ammettere che le cose paiono in netto peggioramento.
Mattia Uboldi