Critiche al CENSIMENTO ISTAT: così non ci serve.

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Leggendo la stampa, ascoltando il web e sperimentando il questionario Istat, il censimento italiano appare un tantino obsoleto.

Rispetto ad altri cicli censuari -in rete si trovano i questionari, le modalità e tante altre informazioni sulla globalità dei censimenti della popolazione), si nota che in questi aspetti siamo un pò indietro:

1. è più un sondaggio di verifica che non di ricerca: la sua impostazione è finalizzata essenzialmente all’aggiornamento dei registri anagrafici, piuttosto che alla rilevazione di dati “nuovi” (interrogazioni riguardo alla lingua * , alla religione, alle tecnologie, agli “stili” di vita…); ci si chiede infatti a cosa serva realmente

2. risulta essere “complesso” nelle modalità di somministrazione, essenzialmente attraverso la rete postale (novità, tra l’altro, di questa tornata censuaria 2011): i questionari “viaggiano” capillarmente come normale corrispondenza, limitando la consegna “personale” (da parte dei rilevatori) ai casi particolari; il plico che si riceve è corposo, tanti fogli, carta grossa…  Tanti lo attendono ancora. Altri non lo vedranno mai…

3. Utilizza solo in parte la tecnologia Internet, ad uso dei rispondenti che preferiscono censirsi via web (e-census), comunque dopo aver ricevuto il questionario cartaceo;

4. traspare, dall’analisi delle implicazioni normative italiane, una riluttanza ad addentrarsi in domande più specifiche (attuali), autolimitandosi (per non creare casi “politici”?) nella infinita potenzialità normativa (essendo una rilevazione “ufficiale”, conservato comunque il segreto statistico, esso può chiedere quasi tutto);

5. la presenza di codici a barre su tutte le pagine del questionario fa temere per l’effettiva separazione tra dati aggregati e disaggregati, pregiudicando la riservatezza ed il rispetto del segreto statistico.

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Riportiamo un significativo intervento del Consigliere Regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Camber, del gruppo PDL, sulle domande del censimento.

  *  Trieste, 26 lug  2011- Interrogazione su domande nazionalità e lingua nel Censimento 2011.
  La tutela delle minoranze linguistiche è tema di levatura “costituzionale” cui lo Stato italiano ha dato risposta normativa, seguito dalla Regione Friuli Venezia Giulia, con propria legge, in relazione alla minoranza slovena.
A livello europeo la questione, complicata e complessa, è allo studio per arrivare ad una Convenzione Quadro per la protezione delle Minoranze Nazionali del Consiglio d’Europa.
In quest’ottica un apposito Comitato consultivo sta lavorando ed è giunto a delle conclusioni.
Il consigliere regionale del PdL Piero Camber, recependo un appello delle Associazioni: “Identità e Tutela Val Resia” e “Lega della Slavia friulana”, ha presentato un’interrogazione al presidente della Giunta regionale Tondo per sapere se avesse intenzione di richiedere, come sarebbe necessario, allo Stato italiano, di inserire nei moduli del  15° Censimento Generale della Popolazione Italiana 2011, che saranno distribuiti agli abitanti del Friuli Venezia Giulia, una domanda sull’appartenenza ad una nazionalità.
Nell’ interrogazione Camber fa notare come il Comitato consultivo, richiamando le conclusioni in riferimento all’applicazione dei singoli articoli della Convenzione Quadro, deplori il fatto “che non sia del tutto disponibile una adeguata panoramica della composizione della popolazione e delle attuali modifiche demografiche”.
Allo stesso tempo il Comitato nota l’assenza, nel contesto dei Censimenti della popolazione, di una domanda sull’appartenenza etno-linguistica, pur sottolineando il fatto che sia le autorità che le minoranze sono divise in merito all’auspicabilità di inserire tale domanda in futuro.
Questa informazione –
conclude Camber nella sua interrogazione – è, oggettivamente, essenziale per pianificare, valutare ed attuare le misure utili all’applicazione della tutela delle minoranze, anche in presenza di una puntuale legislazione.
La modifica al questionario del Censimento potrebbe ancora avvenire senza alcun costo aggiuntivo e senza contravvenire alla normativa della privacy.”

(Segue)

 

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Tommaso Botto

4 commenti

  1. […] il nostro viaggio comparativo tra i Censimenti del mondo, spulciando tra le domande già poste dieci anni […]

  2. […] le critiche: un questionario inadeguato che, con superficialità, dimentica la storia, le leggi e 350mila […]

  3. […] a corredo, ogni dieci anni il Censimento: inutile per quel che chiede in Italia, sottrae 55 minuti al capofamiglia per dire on-line chi siamo, dove […]

  4. […] primo: come per la farsa del censimento demografico, lo Stato  (la Pubblica Amministrazione) non dovrebbe essere già in possesso di tutte (o quasi) […]

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