Tragedia sfiorata: era vuota. Due sciatori croati bloccati salvati dai Vigili del Fuoco. Stazione sciistica chiusa. Pendolari rientrano dal versante italiano (Sella Nevea) sui pulman.
Venerdì una cabina dell’impianto a fune più lungo di Slovenia si è staccata, precipitando al suolo.
Fortunatamente non vi erano persone a bordo. Indiscrezioni imputano l’incidente ad una forte raffica di vento, che avrebbe fatto deragliare la vettura dalla fune portante.
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La fune si è immediatamente arrestata, bloccando a mezzaria due sciatori di nazionalità croata all’interno di un’altra cabina, salvati dall’intervento dei Vigili del Fuoco e del Soccorso Alpino.
L’azione di soccorso è durata un paio d’ore.
370 sciatori hanno guadagnato la strada di casa valicando il confine italo-sloveno, sci ai piedi, e quindi con corse speciali, a bordo di pulman, da Sella Neve (Ud) a a Bovec.
L’impianto di risalita è sicuramente vetusto: costruito nel 1973, venne rinnovato negli anni dal 1999 al 2001.
Consta di 155 cabine, ognuna delle quali può ospitare quattro persone.
La fune non è sorretta da piloni ma da esili tralicci…
Un incidente simile si era verificato nel 2004, mentre nel 2009,una valanga aveva danneggiato la parte superiore della funivia.
La Polizia slovena sta indagando sull’accaduto: l’ATC Kanin, l’azienda che gestisce l’impianto è ovviamente sotto inchiesta: gli ispettori ministeriali hanno già acquisito la documentazione sull’impianto e sul personale addetto e hanno esaminato la carcassa sfracellatasi al suolo.
La società ha dichiarato che i controlli di legge sono stati effettuati nel mese di Novembre dell’anno scorso: l’impianto resta comunque chiuso come chiusa, a questo punto, pare la stagione sciistica per Bovec-Kanin.
Lunedì verrà comunicato l’esito dei primi accertamenti ufficiali.
Si teme per il futuro, quindi, di ATC Kanin e del piccolo centro sciistico sloveno di Bovec-Kanin, collegato tre anni fa alla località sciistica italiana di Sella Nevea (Ud): l’indebitamento dell’azienda è tale che non è stato saldato il debito di 400.000 euro con Promotur, l’Agenzia Regionale che gestisce l’impianto italiano, per la gestione dello skipass transfrontaliero.
L’ulteriore perdita, stimata in 5-10.000 euro al giorno per il fermo dell’impianto fa presagire la fine definitiva di questo ambizioso “sogno di Tito”.
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Le cabine precipitate sono due. La caduta é stata causata dalla mancanza di sensori anti ribaltamento delle rulliera, obbligatori in Italia da poco. Gli “esili tralicci” non hanno nessun nesso, l’incidente precedente era stato causato da una valanga.
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