Questa volta erano di scena a Torino: Alpini con Cappello e Gagliardetto ad un comizio politico davanti al sindaco Piero Fassino, un dinosauro del Partito Democratico, mentre si ricandidava alla carica di primo cittadino.
Incuranti di quanto accaduto nei mesi scorsi, delle polemiche timidamente spente dai vertici nazionali dell’Associazione Nazionale Alpini, possiamo di nuovo parlare di Alpini Piddini.
Ricordiamoci, invece, della nitida e risoluta presa di posizione dei nostri Padri alle prese con il medesimo problema.
L’ANA è apolitica (in teoria) ma fa gola ai politici e alla politica: probabilmente se la sono già mangiata, la decennale sospensione della leva, nel succube e complice silenzio della dirigenza ANA ne è la prova.
300Mila Alpini sono un bel gruzzolo di voti (calcolando che la metà degli aventi diritto diserta le urne) e gli interessi economici che si celano dietro alla Protezione Civile, in cui l’ANA primeggia per impegno e risultati, sono sicuramente un bel boccone per chi fa della politica un mestiere che sistema il politico, i suoi parenti e gli amici degli amici.
Questi apparentamenti politici sono a volte evidenti e forzati e da punire: bene farebbe l’ANA a sospendere o radiare gli Alpini che oltraggiano le regole; ma a Milano pensano solo a radiare chi non la pensa come loro o chi svela pietosi giochetti, sempre e comunque taciuti.
Non abbiamo mai letto, ad esempio, sul mensile L’Alpino dei numerosi soci radiati per lesa maestà…
In altre occasioni capita comunque di notare come i Gruppi caschino nei tranelli scenici dei politici che 99 volte su cento strumentalizzano la loro presenza a cerimonie alpine o invitano gli Alpini etc. etc.: è indubbio che a determinate cerimonie si invitino le cariche istituzionali ma queste altro non sono che i soliti politici che, pur di far propaganda, venderebbero le loro madri.
Ma la Penna non si vende, tanto meno alla politica.
1 comment
ANTONINO says:
Gen 14, 2016
é UNO SCHIFO VERGOGNATEVI