Il direttore generale di Arpa Friuli Venezia Giulia, Lionello Barbina, supportato da Fulvio Stel, ha illustrato alla IV Commissione consiliare presieduta da Alessandro Colautti (Pdl) il “Rapporto sullo stato dell’ambiente 2012: tematiche ambientali in primo piano in Friuli Venezia Giulia”.
Leggendo i diversi capitoli in cui è stato suddiviso il documento, si apprende che:
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CAMBIAMENTI CLIMATICI
In Friuli Venezia Giulia si notano alcuni segni di cambiamento climatico.
In 20 anni, la temperatura media è aumentata di 0,7 gradi centigradi.
I primi sei mesi dell’anno sono più secchi, gli altri più piovosi; ciò causa modifiche negli ecosistemi, in particolare in quelli più delicati della fascia delle risorgive.
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NATURA E BIODIVERSITÀ
Il Friuli Venezia Giulia è una regione ad altissima biodiversità, con 70 habitat, 212 specie animali e 22 vegetali di interesse comunitario.
Sono stati finanziati i Piani di gestione e i relativi studi preliminari per siti di interesse comunitario (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS) a copertura di una superficie pari al 60% del territorio regionale.
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QUALITÀ DELL’ARIA
In generale, nonostante la riduzione delle emissioni industriali e dell’autotrazione, la qualità dell’aria non migliora (non si registra una riduzione significativa né delle concentrazioni medie annuali di polveri sottili – il particolato PM10 – né del numero dei superamenti della concentrazione media giornaliera, particolarmente alto nelle aree pianeggianti dell’Udinese, del Pordenonese, del Triestino e nell’area di Torviscosa), ciò anche a causa di un aumento della combustione domestica della legna, non sempre eseguita secondo le regole che evitano l’emissione di inquinanti.
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QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI INTERNE
Arpa FVG è impegnata in una grande campagna per il monitoraggio delle acque.
Allo stato attuale, si evidenziano impatti significativi nella zona montana dovuti a derivazioni a fini idroelettrici, nella bassa pianura a nitrati di origine agricola, e in modo puntiforme a scarichi di depuratori non ancora adeguati.
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QUALITÀ DELLE ACQUE SOTTERRANEE
In Friuli Venezia Giulia sono stati individuati 61 corpi idrici sotterranei: in quelli dell’alta pianura e in prossimità delle risorgive sono presenti in modo significativo nitrati e prodotti fitosanitari di origine agricola.
Si rilevano, inoltre, aree più circoscritte di contaminazione di origine industriale.
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QUALITÀ DELLE ACQUE MARINO-COSTIERE E DI TRANSIZIONE
L’ambiente marino presenta uno stato ecologico buono ed elevato, ad eccezione del golfo di Panzano, influenzato dal fiume Isonzo e dagli insediamenti monfalconesi.
Un alto grado di attenzione è comunque richiesto per la presenza di sostanze pericolose, di microalghe tossiche e per l’incremento della temperatura. Nell’ambiente lagunare, alcuni corpi idrici sono in uno stato tra il sufficiente e lo scarso: parte nord-occidentale della laguna di Marano; a est del ponte Belvedere, che collega Grado con Aquileia.
La contaminazione da mercurio delle foci dell’Isonzo, dei fanghi e delle argille del golfo di Trieste e della laguna di Marano e Grado non supera gli standard ambientali.
In assenza di rischio sanitario e nell’impossibilità di bonificare, è opportuno porre attenzione al consumo di prodotti ittici da parte delle gestanti e dei bambini.
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NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA NELLE ACQUE
L’utilizzo di concimi azotati nelle coltivazioni di mais in vaste aree a rischio delle province di Udine, Pordenone e Gorizia, è causa della significativa presenza di nitrati nelle acque di risorgiva.
L’inquinamento dell’ambiente lagunare e marino, invece, è meno grave, nonostante le alte concentrazioni di nitrati, grazie alla diminuzione del fosforo.
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QUALITÀ DELLE ACQUE POTABILI
Il controllo delle acque potabili è svolto con puntualità dai gestori degli acquedotti per garantire il rispetto dei limiti di potabilità previsti dalla legge.
La maggior parte dei grandi acquedotti deriva e distribuisce acqua di elevata qualità (nitrati inferiori a 10 mg/l); solo alcune captazioni di acquedotti locali che prelevano da falde presenti sotto terreni permeabili e condizionate dall’attività agricola distribuiscono acque con elevato contenuto di nitrati.
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QUALITÀ DELLE ACQUE SANITARIE
L’inquinamento da legionella delle acque degli impianti collettivi di condizionamento dell’aria e delle piscine è in incremento.
L’attività di controllo sta cercando di prevenire la diffusione delle malattie correlate.
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QUALITÀ DEL SUOLO E RADON
La bassa pianura della regione è stata identificata come un’area a rischio di compattazione, in cui si possono presentare ridotte funzioni ecologiche.
L’Arpa FVG ha mappato l’intero territorio regionale a rischio radon, il gas naturale proveniente da alcuni suoli e che può causare un tipo di tumore polmonare quando l’isolamento termico della casa impedisce la sua dispersione.
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SORGENTI ORFANE E RADIONUCLIDI NEI RIFIUTI
Un elevato impegno da parte di Arpa FVG è rappresentato dai controlli sulla presenza di materiali radioattivi nei rifiuti ferrosi destinati al recupero, nonché nelle sorgenti non sigillate utilizzate per scopi diagnostici e terapeutici.
Tali sorgenti non costituiscono, per il momento, un pericolo per l’ambiente o la salute dell’uomo.
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CAMPI ELETTROMAGNETICI
L’introduzione del digitale terrestre li ha fatti aumentare.
Dopo l’allarme diffuso a livello internazionale sui possibili effetti cancerogeni del telefonino, è indispensabile sensibilizzare la popolazione alla diminuzione del suo utilizzo soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza.
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RUMORE
I Comuni del Friuli Venezia Giulia hanno iniziato a elaborare Piani di classificazione acustica per mitigare gli impianti del rumore, soprattutto lungo gli assi viari di elevato scorrimento o in prossimità di aree industriali.
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SOSTANZE PERICOLOSE
Non si rilevano superamenti degli standard di qualità ambientale per le acque superficiali, nonostante la presenza significativa di sostanze pericolose nei sedimenti. Residui di farmaci nelle acque di scarico degli impianti di depurazione, invece, pongono il problema di adeguare gli impianti stessi.
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RISCHI INDUSTRIALI
Il rischio industriale viene mitigato da norme di settore che permettono di affidare i controlli delle prestazioni ambientali e di sicurezza direttamente ai gestori delle aziende.
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PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA
Il ricorso all’uso di fonti rinnovabili sovvenzionate comporta dei potenziali impatti ambientali.
Fra questi, l’alterazione dei corsi d’acqua a causa delle derivazioni idroelettriche e il degrado della risorsa idrica dovuto all’aumento dei composti azotati utilizzati nella coltivazione del mais per la produzione di biomasse.
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GESTIONE DEI RIFIUTI
Considerando i dati del 2010, in Friuli Venezia Giulia sono state prodotte 3 tonnellate all’anno di rifiuti per ogni abitante (la metà della media europea), 482 chilogrammi di rifiuti urbani (inferiore alla media del Nord Italia, che è di 541 Kg/abitante) per un totale di 596.000 tonnellate.
Il 52% è stato raccolto in modo differenziato grazie all’aumento di tale raccolta nelle province di Pordenone e Udine, sebbene sia diminuita nel Goriziano e resta stabile nel Triestino.
Infatti 78 Comuni su 218 non raggiungono ancora l’obiettivo fissato nel 2008 del 45% di raccolta differenziata.
Quanto ai rifiuti speciali, i dati sono del 2009, quando sono state prodotte 1.863.000 tonnellate di questi rifiuti (di cui quasi il 12% pericolosi) e circa 1.560.000 tonnellate di rifiuti provenienti dall’attività edile. Il 33% dei rifiuti è esportata all’estero: Cina, Austria, Pakistan, Slovenia, Germania.
La crescente produzione di rifiuti di prodotti elettrici ed elettronici rappresenta la nuova sfida.
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SUOLO
Il consumo di suolo, in Friuli Venezia Giulia, registra un valore molto elevato, ponendo la regione ai vertici nazionali.
Tutti i suoli del Friuli Centrale sono vulnerati da prodotti fitosanitari e da nitrati di origine agricola.
Alcuni suoli locali sono inquinati da attività industriali.
La maggior parte dei suoli di pianura presenta elevati rischi di diminuzione delle funzioni ecologiche, dovute a compattazione causata da un incremento delle sforzo delle macchine agricole.