La ‘famiglia’ dell’Ana ha deciso: dodici mesi di sospensione per Mattia Uboldi. Avviato pure il procedimento disciplinare nei confronti del difensore, reo di aver pubblicato la cronaca della seconda udienza. Mentre la questione del ‘Legionario disertore’ sta orripilando la famiglia Alpina…
Sono molto permalosi, non c’è che dire.
15 fogli di motivazioni della sentenza che dicono questo: Uboldi non ha dato del mafioso al Presidente dell’Ana Corrado Perona ma gli ha inviato una lettera “infarcita di attacchi gratuiti e livorosi”, “gravi e lesivi sia dell’onore che della reputazione dell’Associazione Nazionale Alpini, sia della Presidenza Nazionale, con concrete ricadute di negativo coinvolgimento e sconcerto nell’intera Sezione di Udine”.
Per cui Mattia Uboldi viene condannato (in primo grado) a 12 mesi di sospensione.
12 mesi che prevediamo, conoscendo l’Alpino, molto “intriganti”.
Prossimamente pubblicheremo il corposo carteggio.
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La permalosità dell’Organo Disciplinare (3 vice-presidenti nazionali e 4 consiglieri nazionali) raggiunge il risibile al punto g) di pag. 15:
(vai a Dopo Gheddafi, Uboldi: l’Alpino scampa a Piazzale Loreto, eviterà la Foiba?)
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Diritto di cronaca, diritto di critica, diritto di satira..? Un pizzico di goliardia alpina? Ma che permalosi! Ma che seriosi!
Come mai a Udine e non a Milano? Allora abbiamo dileggiato Udine, non l’Organo Disciplinare… Boh?!
Se volete essere seri a tutti i costi ..:
L’ultimo numero dell’Alpino reclamizza la mininaja utilizzando propagandisticamente un ragazzo che avrebbe scelto di partecipare allo stage alpino (!) dopo aver concluso l’addestramento (!) nella Legione Straniera (!): scelta drastica, economicamente sconveniente mah… comunque una scelta personale e, per certi aspetti, condivisibile ed elogiabile.
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Se non fosse che tal Danilo Pagliaro (Brigadier-chef in servizio attivo nella Legione Straniera da circa vent’anni, che stiamo cercando di contattare -ovviamente l’ambasciata francese mantiene il massimo riserbo sui suoi Legionari-), sullo stesso portale de L’Alpino lo definisce “una persona che senza un briciolo di dignità né di onestà, ha semplicemente disertato dopo l’istruzione di base. DISERTATO. Qui stiamo parlando di un DISERTORE. Quando si dice che ‘si rende conto che il képi bianco non fa per lui’, bisogna anche dire che non é andato alla vita civile in maniera regolare e dignitosa, ma é scappato via, disertando e coprendosi quindi di vergogna e di disonore”.
Visto che siete così seri e prodighi di lezioni di giornalismo, avete avviato, per caso, la procedura disciplinare nei confronti del Direttore de L’Alpino, Vittorio Brunello?
… Perchè, o ha preso una colossale cantonata, erigendo un disertore ad emblema degli Alpini o sta diffamando un ragazzo, ospitando all’interno del forum quel commento, che potrebbe essere di chiunque, anche falso …
7 commenti
Marcello Fiorani says:
Gen 18, 2012
Non conosco la questione nella sua interezza (apprendo ora da questo sito, la querelle) e quindi non esprimo giudizi in merito. Posso però fare una considerazione: la mininaja, il problema del cappello indossato dagli amici degli alpini (soci aggregati), il malumore sull’adunata a Bolzano ecc. ecc., danno l’idea di un disagio che serpeggia all’interno dell’Associazione. Forse la preoccupazione di dover a tutti i costi garantire per il futuro una massiccia presenza di soci, può distogliere l’attenzione dell’Associazione dalla vera mission della stessa: “tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta”. Mi auguro che una maggiore comprensione reciproca ed una migliore attenzione all’Art. 2 del nostro Statuto, possano stemperare gli animi.
Sergio Bandoli says:
Gen 18, 2012
Marcello, lei stesso afferma di no conoscere la questione nella sua interezza, quindi mi stupisce il proseguimento della lettera che sa di sentenza verso l’ANA.
Vorrei espimere il mio parere sulla vicenda Uboldi, ma visto che fioccano denunce, mi esimo.
Per quanto riguarda la Mini Naja, mi sento di approvarla con tutto il cuore, perchè lo ritengo l’unico modo per continuare a tramandare le tradizioni degli Alpini. Oggi le Brigate Alpine sono piene di ottimi ragazzi, provenienti al 90% dal sud e di conseguenza senza tradizioni Alpine che sono la base della nostra Alpinità. Spesso quando mi trovo nelle caserme provo ad esprimermi col classico “gergo Alpino” ma non vengo capito e devo riformulare il discorso. Anche questo gergo fa parte delle nostre tradizioni, ma purtroppo ormai si è perso. Spero che con la mininaja (accolta a braccia aperte da tanti figli e nipoti di Alpini) si possa salvare una fetta della nostra tradizione.
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