Alpini: puniti i due consiglieri dell'Ana di Udine

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Il Consiglio Nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini ha censurato il comportamento del vice presidente vicario di Udine Luigi Renzo Rovaris (classe ’41, Ufficiale in congedo) e sospeso da tutti gli incarichi il segretario sezionale Mattia Uboldi (classe ’78, Alpino in congedo), in attesa di giudizio.

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Rovaris

Uboldi

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Due le violazioni contestate.

La prima, l’esposizione dello striscione della vergogna: l’oggetto della querelle fu la scelta dello Stato Maggiore di far sfilare di venerdì anziché di sabato una rappresentanza delle truppe della Brigata Alpina Julia di rientro dalla missione in Afghanistan.
Infatti, Venerdì 29 Aprile sono sfilate a Udine le bandiere dei 5 reggimenti della Brigata Alpina Julia, al termine dell’impegnativa missione di guerra in Afghanistan: un “Bentornata Julia” che stava sicuramente anche a celebrare i 7 caduti, 7 vite sacrificate a quei valori che l’alpinità tenta di far sopravvivere anche nel 2011.
Ebbene: durante la solenne cerimonia è stato esposto, da tre soci dell’Ana, questo striscione:

 

 

“ALTRI HANNO SFILATO DI SABATO. AGLI ALPINI NON E’ STATO CONSENTITO. SONO FORSE FIGLI DI UN DIO MINORE?”

Un’imboscata talebana. Proprio una bella parata! 
Il ragionamento -da sagra- era questo: facciamo sfilare le truppe il sabato, così facciamo una grande festa!
Triste epilogo: incuranti dei 7 caduti della Brigata Julia in Afghanistan, il periodico sezionale ha pubblicato le 7 lettere in cui, in buona sostanza, Udine recrimina, Milano chiede le scuse… le riportiamo in calce per dovere di cronaca. 
La vicenda era già stata criticata nella Relazione Morale del presidente, durante l’Assemblea Annuale.
Il mandante è stato considerato Rovaris.

La seconda.
Poco dopo l’esposizione dello “striscione della vergogna” è stato distribuito questo volantino:

 

“… ALPINI, TOGLIETEVI PER PROTESTA IL CAPPELLO, PERCHE’ NON E’ UN REGALO PER CANI E PORCI! DI PERONA RESTERA’ SOLO UN RICORDO: QUELLO DEL VENDUTO ALLA POLITICA CHE HA SVENDUTO FURBAMENTE VIVI E MORTI! PERONA, CANTORE TI ASPETTA… CON UNA PICCOZZA PRONTA ALL’USO!…”

L’indole alpina (vigorosa) dello scritto è probabile.

Che la mininaja sia una minchiata totale è palese.

Ma l’autore (Uboldi è in attesa di giudizio) nulla ha proprio imparato dalla naja alpina. Fategliela rifare! Purtroppo non c’è più…

Fondamentalmente, da “libretta”,.. l’essere militare si regge su questo pilastro: Usi ad obbedir tacendo e a tacere obbedendo. L’Alpino è prima di tutto un militare: “Tasi e tira!”, quindi.

Quel venerdì era stato deciso dal Generale di Corpo d’Armata Alberto Primicerj, comandante delle Truppe Alpine, friulano di Pontebba (UD) che, probabilmente avrà fatto queste valutazioni da Comandante: solennità ma austerità perché ho portato in Patria 7 bare; le truppe sono stanche, perché toglier loro un giorno di meritato riposo?; finanze: a farla in giornata festiva ci costa un occhio.

E voi vi permettete di contestare l’ordine del massimo vertice gerarchico che è, per definizione, insindacabile?

Ma dove siamo finiti? Al Bar Sport? Al Sert?

Alla SMAlp (Scuola Militare Alpina) di Aosta, le prime parole proferiteci erano: “Questa non è una democrazia.” E deve essere così. Chi non l’ha capito può lasciare il cappello con la penna in soffitta. Stupisce che un ex-Auc di Aosta abbia ideato lo striscione…

C’è poi un retroscena, platealmente politico, che manda a carte quarantotto la presupposta apoliticità dell’Associazione Nazionale Alpini (presupposta perché, storicamente nata a fianco delle camicie nere, ora drammaticamente sempre più frequentata da camicie verdi ostili all’Italia): ci risulta che nel periodo preparatorio della manifestazione, un consigliere della Sezione di Udine (l’autore del volantino?), accompagnato da un parlamentare friulano di centro sinistra, sia andato dal Ministro La Russa per far posticipare la sfilata al sabato, sbattendosene del Generale e saltando le vie gerarchiche interne all’Ana.
Il Ministro l’ha fatto subito liquidare da un sottosegretario.

L’Italia tutta è alla frutta: la barbarie dilagante degli antivalori prevale su tutto e tutti; il germe dell’ignavia si diffonde ovunque mescolandosi a viltà e codardia comandati dall’ iperindividualismo; la superbia dei presuntuosi ha sfinito la pazienza della gente per bene…
Ora anche gli Alpini (quelli non in armi) si son buttati nella rissa, scazzottandosi a suon di lettere ed e-mail, pubblicate integralmente sull’ultimo numero di “alpin jo, mame!”, 13.000 copie edite dalla Sezione di Udine dell’Associazione Nazionale Alpini.

Purtroppo l’Ana, e lo si vede alle Adunate degli ultimi anni, dove gli Ufficiali vengono sovente impunemente sbeffeggiati da idioti ubriaconi, ha questo vuoto ontologico: non riconosce la gerarchia. Siam tutti soci.

E la vicenda apre tristemente uno spioncino sulla situazione dell’Ana: si sta gradualmente riducendo (300.000 soci alpini), non essendoci più il ricambio generazionale che offriva il servizio di leva, formalmente sospeso per tutti i nati dopo il 1985.
A livello verticistico pare una grande assemblea di condominio in cui le cariche sono ambitissime (per potere, visibilità e nepotismi), antichi rancori riaffiorano e tanti ci si buttano a capofitto, per prevalere comunque sull’altro o, meglio, per vedere l’altro soccombere, per loro personalissimi punti di vista.

Poi c’è il fatto che i Friulani credono di essere i più belli, i più bravi… Chi si loda, s’imbroda.

E intanto gli Alpini scompaiono, perché l’Alpinità è incomprensibile per chi non abbia fatto la naja alpina (indipendentemente dal Dna, sia esso alpino o no), e perché, con esempi come questi, è chiaro che la mafia è diffusa anche nel tessuto alpino. E l’alpinità è l’antitesi della mafia. Ma dove ci son soldi, in Italia, c’è mafia.

Qui di seguito il carteggio della vergogna (alpina), abbondantemente riportata sull’ultimo numero di Alpin jo mame!:

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Segue ( Alpini puniti a Udine: deboli accuse dell’Ana che forse nascondono altro )

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Tommaso Botto

6 commenti

  1. […] vicenda ha scosso tutta la famiglia […]

  2. […] Luigi Renzo Rovaris, vice-presidente dell’Ana di Udine, punito con la sanzione della censura per il famoso striscione esposto ad Udine durante la cerimonia per il rientro della Brigata Alpina Julia dall’Afghanistan, non demorde. […]

  3. […] di essere trent’anni più giovane della media dei Consiglieri tutti); la Sezione di Udine ha pubblicato sette lunghissime lettere di botta e risposta, per far vedere al mondo non si sa cosa, bla bla […]

  4. […] “lui” che accusa gli altri di “fare volantinaggio sconveniente senza avere il coraggio di firmarsi”, ha negato […]

  5. Daniele says:

    Feb 5, 2012

    Rispondi

    Mi chieso se e quando si riuscirà a stabilire la verità dei fatti……chi ha fatto cosa in modo tale che ognuno dei partecipanti si prenda la propria responsabilità del proprio comportamento e delle proprie azioni……….in ogni caso pprovo un’infinita tristezza per tutta la vicenda…l’impressione è che l’ANA non si più la stessa…ci si è dimenticati che chi si trova agli alti livelli abbia dimenticato di essere al servizio dell’Associazione e non sono gi associati al servizio del CDN di Milano….

  6. […] Forse il fatto di aver prima pubblicato su Alpin Jo Mame! una fitta documentazione riguardante il procedimento disciplinare (in spregio al […]

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