ALPINI PUNITI: ANA REGGIO EMILIA CHIEDE SCUSA ALL’ALPINO RADIATO MA…

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Mentre infuriano ancora le polemiche sul flop della recente Adunata Nazionale Alpini di Asti, un’altra notizia stende un velo pietoso sulle corbellerie della dirigenza dell’Associazione Nazionale Alpini.
Infatti, uno degli Alpini radiati dalla Sezione di Reggio Emilia, il giornalista Alpino Paolo Comastri, ha ricevuto le scuse ufficiali dalla Sezione ANA di Reggio Emilia.

L'Alpino Reggiano - testata

L'Alpino Reggiano - lettera scuse a Paolo Comastri
Le scuse si riferiscono al deprecabile commento pubblicato dal Presidente della Sezione Ettore Benassi sul sito d’informazione Redacon: “Gli avvoltoi lo hanno condannato alla gogna mediatica ora hanno anche il suo cadavere”, dove per “avvoltoi” s’intendeva Paolo Comastri ed il cadavere, purtroppo, si riferiva al defunto Presidente di Sezione Emilio Schenetti, mancato il 17 Febbraio 2014.

Una frase allucinante”, l’ha definita Comastri, “lesiva in ogni caso della dignità e dell’onorabilità, frutto di una vera propria campagna diffamatoria ordita ed alimentata nei miei confronti da mestatori di infimo rango all’interno dell’Ana che in tutte le sedi pubbliche ed associative mi identificavano come ‘il male assoluto’ della Sezione ANA di Reggio Emilia; peraltro fin dalla vicenda giudiziaria che coinvolse Emilio Schenetti, con tutti gli organi di informazione a dare, ovviamente, risalto ad un fatto di cronaca di notevolissima rilevanza mediatica, venni additato come l’organizzatore occulto di questo battage giornalistico da me ordito ‘contro’ Emilio Schenetti ed in subordine gli Alpini”.

“E’ sempre colpa del giornalista…”. aggiungiamo noi.

copertina Dovatu Alpin amazon
Questo il testo delle scuse, pubblica ammenda che si sta replicando man mano su diverse testate giornalistiche e giornali sezionali (e, dice l’accordo sottoscritto, dovrà trovare spazio anche su “L’Alpino” nazionale):

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Oggetto: Querela Ettore Benassi – Reggio Emilia, 29.2.2016

Il sottoscritto Ettore Benassi in relazione all’articolo comparso su Redacon 17.2.2014 a commento del decesso di Emilio Schenetti in cui veniva riportata la frase: “ *gli avvoltoi che lo hanno condannato alla gogna mediatica ora hanno anche il suo cadavere* “ sono a precisare che detta affermazione non era riferita a Paolo Comastri e mi rammarico del disagio recatogli a seguito della pubblicazione di quanto sopra.
La presente dichiarazione verrà divulgata ai seguenti organi di stampa: “L’Alpino”; “L’Alpino Reggiano”; A tutti i capigruppo della Sezione di Reggio Emilia; Redacon.
Sono a conoscenza della facoltà del sig.Comastri di far pubblicare la presente dichiarazione

Firmato: Avvocato A. Fornaciari / Benassi Ettore – Paolo Comastri / Avvocato A. Pellegrini

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Una vicenda, quella di Reggio Emilia, che non si è ancora però conclusa.
Benché infatti Comastri (che non è stato l’unico radiato all’interno della gloriosa Sezione) abbia evitato di infierire sulla locale Sezione (che lo aveva radiato il 2 Settembre 2013 per aver inviato alcune lettere all’allora Presidente Schenetti, chiedendo spiegazioni sulla singolare condotta adottata dai vertici dell’ANA in relazione alla nota vicenda giudiziaria che aveva visto condannare lo stesso Schenetti), accontentandosi delle scuse pubbliche e diffuse a mezzo stampa, un’altra denuncia, parallela, ha investito la Dirigenza Nazionale ed il processo è ancora aperto.

Infatti, la causa civile promossa per ottenere l’annullamento della radiazione (Comastri contestava il fatto che Schenetti fosse rimasto in carica, come Presidente, nonostante la macchia sulla fedina penale) e una contestuale azione risarcitoria (“la somma intera verrà devoluta in beneficenza, assicura Comastri) sta andando avanti: nel mentre, l’ANA nazionale, non senza imbarazzo, ha sostituito lo studio legale che l’assiste e sta tentando di spostare il processo a Milano.
Risulterebbe, tra l’altro, che il provvedimento di radiazione adottato dalla Sezione di Reggio Emilia sia stato riconosciuto illegittimo, per sua stessa ammissione, dalla Dirigenza Nazionale.

La stagione delle radiazioni, vere e proprie epurazioni operate durante la presidenza nazionale di Corrado Perona, quindi, ha comportato uno strascico di liti e di polemiche in seno all’ANA: il libro “Dovatu Alpin?” rielabora la corposa vicenda, con nomi, cognomi e una fitta base documentale.

Purtroppo, ed è già stato fatto notare a Comastri, alle scuse formali presentate dalla Sezione di Reggio Emilia, non corrisponde un coscienzioso “mea culpa”: abbiamo infatti avuto modo di constatare, con un confronto diretto in occasione della ‘sfigata’ Adunata di Asti, che un consigliere sezionale ha purtroppo ribadito, a parole, il contenuto del commento denigratorio e diffamatorio di cui sopra, sul quale l’ANA ha fatto platealmente dietro-front.

Gli Alpini non si comportano così: sparlare alle spalle altrui e mangiarsi la parola data sono comportamenti totalmente estranei all’alpinità.
Invitiamo pertanto la persona in questione, che comunque ci è sembrata di cuore alpino, a contattare al più presto Paolo Comastri per allontanare definitivamente insinuazioni che, uscissero sugli organi d’informazione, aggiungerebbero una valanga di letame al fango che già si è accumulato sull’ANA.

Perché, se non è chiaro, le denunce di cui questa modesta testata si fa portatrice non sono contro l’ANA, bensì per l’ANA, per farla tornare al suo trasparente splendore, stante comunque la sua inesorabile estinzione, dovuta unicamente alla sospensione del servizio di leva ed al tragico sfoltimento ed invecchiamento delle sue fila.

(Messaggio per chi ci vuole male: continuate pure con i patetici messaggi contenenti insulti, insinuazioni, virus e quant’altro; li stiamo raccogliendo per dare loro ‘degno’ spazio giornalistico)

Tommaso Botto

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