“La ‘madre’ se avesse saputo fare la madre, non avrebbe allevato un ‘cucciolo di maiale’, ma un uomo”.
Questo ha scritto su Fessbook Sergio Bandoli, consigliere dell’A.N.A, Sezione Emiliano Romagnola, e presidente del Gruppo di Cotignola (Ra), a commento della sentenza definitiva di Cassazione che ha condannato i quattro poliziotti che ammazzarono di botte il giovane Federico Aldrovandi. La madre del defunto ha dichiarato di avere denunciato l’infamia alla Magistratura.
Sergio Bandoli, nostro assiduo lettore, rientra nel ristretto gruppo degli utenti bannati, cioè quei ‘signori’ che vengono automaticamente esclusi dai nostri forum e che non possono più postare alcun commento.
C’è rimasto male, desistendo dall’inviarci altre ‘perle’ come fanno altri anzianotti travolti dall’iperdigitalizzazione delle comunicazioni odierne. Non comprendono che questo è un giornale, non una pattumiera come Fessbook…
Si è fatto avanti la prima volta, senza presentarsi, commentando così la pubblicazione della sentenza di primo grado dell’ Uboldigate questa fesseria:
“23 Gennaio. E’ veramente incredibile come al giorno d’oggi non si riesca a fare una scannerizzazione corretta dei fogli sopra esposti, tanto da farmi credere che sono state copiate in malo modo appositamente per renderle illeggibili……..”
Bandoli non sa scrivere, questo lo si nota da tutta la sua letteratura-internet (virgole anarchiche, maschii per femminili, scannerizzazione anziché scansione etc.) ma abbiamo notato che con le parole cerca la rissa (per questo è bannato).
Prima della censura definitiva, ll’Alpino di mare replicammo, facendo comunque ‘passare’ il post, in privato: “Una critica è sempre lecita, un’illazione no. Altri 3000 utenti hanno scaricato ieri quei 15 fogli (foto fatte molto di fretta), solo Lei si è lamentato. Stia più attento a quel che afferma: questo è un giornale serio, non è il forum dell’Ana. buona giornata”.
Sergio Bandoli, però, impara: da lì in poi utilizzò il termine ‘illazione’, sempre su Dovatu.it, sempre però condito da obbrobri morfosintattici, all’epoca della sentenza di radiazione a carico di Mattia Uboldi (il dissenziente segretario dell’Ana di Udine): secondo Bandoli giustizia era stata fatta ma l’Ana avrebbe dovuto accanirsi contro altri responsabili di infamanti illazioni (appunto).
A chi gli replicava, educatamente, che erano in molti a pensarla come Uboldi, rispondeva irato che avrebbe preferito, piuttosto che mscolarsi con questi, un’Associazione Nazionale Alpini costituita da sole tre persone: lui, il lider maximo Corrado Perona ed il suo Pr Cesare Lavizzari.
Tre nomi, una bella congrega: tre entusiasti estimatori di quella minchiata-paura che è la mininaja (lo stage a pagamento di qualche giorno, per ‘assaggiare’ la vita militare, con Cappello Alpino in cambio e un banchetto pronto all’uscita per il tesseramento all’Ana).
Bandoli, infatti, è responsabile della mininaja della sua sezione di appartenenza.
Fa rabbrividire una constatazione: l’ex alpino della terra delle piadine dovrebbe essere uno di quelli che, per mezzo di “Pianeta Difesa” (il nome strategico trovato a questa farsa dall’ex ministro La Russa), dovrebbe infondere rispetto per le Istituzioni nelle giovani generazioni “mini- najone”.
Nel commento successivo a quello in cui paragona Aldrovandi ad un maiale, sbotta di politica spicciola, sempre raffigurandosi con cappello e penna in testa: il problema (della condanna) non starebbe, a suo dire, nel terribile comportamento dei poliziotti ma nel fatto che Ferrara, luogo dove si è consumata la tragedia, è città rossa e sovietica.
Ora: il fatto che un alpino scriva quelle nefandezze contro una madre che ha perso il figlio, dovrebbe far scattare automaticamente il procedimento disciplinare dell’Ana (presso la sede nazionale, trattandosi di un consigliere).
Che dire poi della spietata critica (uguale opposizione) alla sentenza di Cassazione?
Chi legge, chi ha letto, chi ha scritto fa passare quelle dichiarazioni come proprie dell’Ana, non dell’ometto mediocre.
Inoltre, stando alla sentenza ‘Rovaris‘ (seguita alla vicenda dello striscione di Udine, durante la cerimonia di saluto alla Julia di rientro dall’Afghanistan,), un Dirigente dell’A.N.A. non può fare nulla ‘di personale’ -tanto meno esprimere opinioni politiche- con il cappello alpino in testa. figurarsi insultare una madre che ha perso un figlio e opporsi ufficialmente a una sentenza in Cassazione.
La dirigenza dell’Ana ha radiato Mattia Uboldi per lesa maestà.
Faccia lo stesso con Sergio Bandoli, per comportamento incompatibile con i valori alpini.
7 commenti
Ribrob says:
Lug 3, 2012
Sono curioso di vedere come fa a finire la storia….ho dei dubbi(è palese che è protetto in via Marsala)essendo il Bandoli chiaramente schierato.
Voglio vedere se usano la stessa giustizia(sic!!!!!!)
andrea says:
Lug 3, 2012
concordo con Ribrob, un simile individuo è da censurare, e poi questa mania di mostrasi alpino ad ogni costo!
Uboldi fatti vivo di tanto in tanto.
Franco Ramella says:
Lug 4, 2012
Bandoli non se la cavera’ con le scuse …..carne da cannone per ridarsi verginita’ e dire : vedete che sappiamo fare giustizia ? Da qui saluti a Mattia Uboldi !!
Giovanni Garbin says:
Lug 4, 2012
Purtroppo il tempo (mese di luglio e agosto) gioca a sfavore … Tanti sono lontani, non seguono giornalmente le varie notizie. Mi auguro che anche questi nostri scritti aiutino a smuovere i mantellati. Mattia ricambio i saluti pervenuti da Manuel Grotto!!
Mattia Uboldi. says:
Lug 10, 2012
“Mandi” a tutti.
Vi ringrazio dei saluti che ricambio calorosamente.
Del caso in predicato non dico nulla: il fatto si commenta da se.
Mattia Uboldi.
luca says:
Ago 28, 2012
“….c’è da pensare che ancora oggi soltanto gli italiani potrebbero essere in grado di distruggere gli alpini.”
Giulio Bedeschi.
e qualcuno sta contribuendo.
Luca.
Simone Inno says:
Nov 23, 2012
Novità sul caso Bandoli????